PMI: propensione alle assunzioni nel 2024.
Qonto analizza la propensione all’assunzione delle PMI nel 2024: a fine 2023 il 48% delle PMI italiane ha dichiarato di voler aumentare le assunzioni.
Riferisce
Qonto, la soluzione leader per la gestione della finanza aziendale Europa, ha condotto un’indagine¹ sul sentiment delle piccole e medie imprese (PMI) europee sull’anno appena trascorso e sulle prospettive per il nuovo anno. I risultati hanno evidenziato una solida fiducia nel futuro da parte di tutte le PMI esaminate.
L’indagine ha rivelato un notevole grado di ottimismo riguardo alla crescita dei ricavi nel prossimo anno. L’85% delle aziende intervistate in Italia si dichiara “ottimista” o “molto ottimista” riguardo a questa prospettiva, dati simili si registrano anche in Spagna (86%) e Germania (84%), mentre seguono un po’ più indietro la Francia (74%) .
L’indagine ha inoltre evidenziato come il 42% delle PMI europee abbia espresso l’intenzione di aumentare le assunzioni rispetto al trimestre precedente, con l’Italia in testa alla classifica: il 48% delle PMI italiane ha infatti dichiarato di voler aumentare le assunzioni a fine anno. 2023.
Ma dove si concentrano maggiormente gli investimenti? Le aziende sembrano destinate a concentrarsi maggiormente sui dipartimenti tecnologici nel 2024: oltre il 40% dei leader aziendali in Spagna e Italia, e il 30% in Germania, prevede di destinare più risorse finanziarie alla tecnologia rispetto ad altri settori. Le PMI francesi, invece, daranno priorità al Marketing & Comunicazione (30%) e al servizio clienti (28%).
All’inizio del 2024 la vera sfida è individuare personale qualificato
Secondo il bollettino mensile² del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, a gennaio 2024 il “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro ha influenzato 250.000 delle 508.000 assunzioni previste (pari al 49,2%).
Non è andata meglio a febbraio dove, nonostante la ricerca di quasi 408.000 lavoratori, le difficoltà nel reperire personale restano elevate, con 201.000 profili professionali difficilmente reperibili a febbraio, pari al 49,3% delle assunzioni programmate, soprattutto per la mancanza di candidati (31,3%) e preparazione inadeguata (14,4%).
Green e digitale: le parole chiave del futuro
Per quanto riguarda le prospettive future, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) mira a sostenere una solida ripresa economica attraverso la transizione ecologica e digitale. Si prevede che il 37% degli investimenti sarà destinato agli obiettivi climatici e il 20% alla transizione digitale. Tra il 2022 e il 2026, si stima che le imprese e la Pubblica Amministrazione richiederanno competenze green a circa 2,4-2,7 milioni di lavoratori e competenze digitali a 2,1-2,3 milioni di occupati³.
In particolare, il processo di digitalizzazione coinvolgerà sempre più settori e professioni, richiedendo competenze di base come l’uso di internet e degli strumenti di comunicazione multimediale. Questa trasformazione influenzerà ampiamente il mercato del lavoro, coinvolgendo sia figure tecniche che figure meno specializzate. Per essere pronto, il processo di digitalizzazione deve svilupparsi lungo due direttrici principali: da un lato la transizione al digitale dei sistemi di lavoro e delle attività produttive (smart working, commercio online, digitalizzazione delle procedure in molti servizi alle imprese e alla persona) e dall’altro una forte spinta ad accrescere le competenze digitali di un’ampia fascia di popolazione, con particolare riferimento a studenti e docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado.