L’economia russa sorprendente, ma nasconde problemi non trascurabili secondo il FMI, che almeno vede 2 grandi lacune nel sistema produttivo e nella crescita della nazione in guerra.
Parlando della resilienza del Paese, colpito ma non affossato dagli ultimi due anni di guerra e sanzioni e quindi inevitabilmente danneggiato sul piano economico, il Fondo ha sottolineato che il Paese si trova di fronte a 2 problemi strategici che minano le prospettive di sviluppo futuro.
Nel dettaglio, Kristalina Georgieva, direttrice del FMI, ha spiegato alla CNBC cosa crede stia alimentando la crescita della Russia e perché le cifre previste non raccontano tutta la storia.
L’economia in Russia non sta andando bene, ci sono 2 ragioni
Il capo del Fondo monetario internazionale ha avvertito che l’economia russa sta ancora affrontando notevoli difficoltà nonostante abbia ricevuto un recente impulso alla crescita da parte dell’istituzione con sede a Washington.
Alla fine di gennaio, il FMI ha più che raddoppiato le sue previsioni sul ritmo di crescita economica del paese quest’anno, portandolo dall’1,1% di ottobre a 2,6%. Tuttavia, i numeri non sono sufficienti per inquadrare il contesto economico russo e prevedere cosa aspettarsi.
“Quello che ci dice è che è così un’economia di guerra in cui lo Stato – che, ricordiamolo, disponeva di un cuscinetto molto consistente, costruito in tanti anni di disciplina fiscale – sta investendo in questa economia di guerra. Se guardi alla Russia, oggi la produzione è in aumento, [per il] settore militare, [e] i consumi diminuiscono. E questo è più o meno l’aspetto dell’Unione Sovietica. Alto livello di produzione, basso livello di consumo”ha spiegato Kristalina Georgieva
La spesa per la difesa russa è salita alle stelle dall’inizio della guerra. Lo scorso novembre, il presidente Putin ha approvato il bilancio statale aumento della spesa militare a circa il 30% della spesa fiscale, che rappresenta un aumento di quasi il 70% dal 2023 al 2024.
Secondo l’analisi Reuters, quest’anno la spesa per la difesa e la sicurezza dovrebbe rappresentare circa il 40% della spesa totale del bilancio russo. Questo è il primo problema per il Paese, che ha dovuto ridimensionare il proprio sistema produttivo, limitandone le potenzialità.
Allo stesso tempo più di 800.000 persone hanno lasciato la Russia, secondo le stime elaborate lo scorso ottobre da accademici in esilio. Molti di coloro che sono fuggiti sono lavoratori altamente qualificati in settori come quello informatico.
“In realtà penso che l’economia russa stia attraversando tempi molto difficili a causa del deflusso di persone e il ridotto accesso alla tecnologia derivante dalle sanzioni”– ha aggiunto Georgieva.
Si spiega quindi così il secondo problema dell’economia russa, che cresce ma diminuisce le possibilità di prosperare in futuro se non ci sono lavoratori qualificati nei vari settori.