Roma, 16 febbraio 2024 – La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha emesso un duro giudizio sull’accordo raggiunto tra Italia e Albania per il trasferimento di 36mila migranti all’anno nei centri di accoglienza temporanei nel Paese balcanico. L’accordo, perfezionato ieri con l’approvazione del Senato italiano, ha innescato una serie di reazioni contrastanti, evidenziando le tensioni politiche e morali che circondano la questione migratoria.
Accordo Italia-Albania sui migranti, Cei: “Soldi sprecati”
Monsignore Gian Carlo Peregopresidente della Commissione Migrazione della CEI e Migrantes, ha criticato aspramente l’accordo, definendo i 673 milioni di euro stanziati per sostenere i costi dell’accordo come “veramente ‘gettati a mare'”. Secondo Perego, poi, questa somma sarebbe meglio investita nella costruzione di un sistema di accoglienza diffusa in Italia, piuttosto che essere destinata ad un accordo che ritiene essere un mero “sconfitta della democrazia“.
L’accordo, approvato nonostante le critiche della Cei, tra l’altro, ha suscitato reazioni anche all’interno della classe politica italiana. Mentre il Partito Democratico (PD) ha accolto favorevolmente la posizione della Cei, definendola “chiara denuncia delle politiche portate avanti dal Governo“, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso un parere contrastante. Tajani, infatti, ha difeso l’accordo, sostenendo che i fondi stanziati sono ben spesi per affrontare la questione migratoria con un paese candidato all’adesione all’Unione Europea come l’Albania.
Le differenze di opinione evidenziano le complessità e le tensioni che circondano la gestione dei flussi migratori in Italia e in Europa. Mentre alcuni, quindi, vedono l’accordo come una soluzione pragmatica per gestire il flusso migratorio, altri lo considerano una sconfitta morale e politica, evidenziando la mancanza di un approccio globale e solidale alla questione.
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