(del Bulldog) La politica italiana conferma la sua impreparazione sui temi militari e questa assenza di cultura rischia di generare pericolosi cortocircuiti quando sarà necessario attrezzarsi per scenari più concreti rispetto ai wargames degli anni Sessanta e Ottanta. Sembra incredibile, ma dobbiamo rimpiangere quella classe politica – democristiani e socialisti – che ha saputo reggere la spinta della piazza, dei movimenti “pacifisti” cattolico-comunisti e del PCI, e ha saputo tenere la barra dritta nel piazzare in Germania e Italia quei missili nucleari di teatro, i Cruise, indispensabili per far capire a Mosca che l’Occidente non avrebbe ceduto al ricatto degli SS20 rivolti alle sue città.
Adesso è tutto un blaterare”ripristinare il servizio militare” per poi applaudire con gioia il raduno di un corpo militare che marciava dietro lo slogan “per la pace” (Quale? quello che vogliono imporre ai paesi dell’ex Unione Sovietica? quello eterno dei kibbutz israeliani annientati da Hamas? quello dei Tabebani a Kabul? quello di Wagner in Siria? Quale? lo sai? vuoi dircelo?) oppure fare un rapido dietrofront per dire che l’eventuale bozza non riguarderà le forze armate.
COSÌ? se non serve alle forze armate, che sarebbero anche a corto di ossigeno e di personale, che senso ha reintrodurre la leva? rafforzare una generazione debole e senza spina dorsale? e chi decide se una generazione è debole e senza spina dorsale: gente che non ha mai fatto un turno di guardia, che non sa smontare e rimontare un fucile, che non ha mai portato un M113 sul Meduno Cellina… bravi comandanti, c’è non c’è altro da fare che dire.
La classe dirigente italiana deve smetterla di giocare a nascondino con la storia. Deve smettere di investire solo in belle navi e ottimi aerei e pensare di più a quei ragazzi che dovranno mettere piede a terra. Sono necessari veicoli blindati (ci vantiamo di una forza militare che non esiste, ci sono migliaia di mezzi blindati tenuti a marcire in un deposito che però fanno statistiche ma non servono nemmeno agli ucraini), sistemi di controllo del campo di battaglia, artiglieria… dobbiamo moltiplicare la nostra capacità di risposta non con le chiacchiere ma con il fuoco vivo considerando che se andiamo in battaglia saremo numericamente inferiori. Sono necessarie lezioni di protezione civile perché se Hamas prendesse di mira e sparasse sulla Sicilia, nulla fermerebbe quei missili e nulla impedirebbe loro di colpire le nostre città.
Servono investimenti immediati perché Trump ha già detto che non spenderà per la sicurezza dell’Europa, che dipende da noi. E ha ragione.
Quindi, cari politici: se volete parlare di difesa, di forze armate, dovete prima prepararvi meglio e non parlare così, solo per ottenere un facile applauso dagli alpini o dai colonnelli in pensione. Devi parlare come Boris Pistorius (il ministro della Difesa tedesco) e raccontare chiaramente al Paese gli scenari che si aprono, come si vuole rispondere e come si intende attrezzare se stessi e noi. Quanto costerà questa nuova difesa, dove prenderai quei soldi e come li spenderai. Come preparerai e impiegherai i nostri figli?
Fino ad allora, è meglio non parlare di cose che non conosci. E, per favore, a meno che tu non abbia prestato servizio militare, evita di indossare copricapi ed emblemi di realtà alle quali non appartenevi. Non sembri più marziale, solo più ridicolo.