In bianco totale alla Casa Bianca, Giorgia Meloni annuncia, prima di incontrare Joe Biden, una notizia attesa da anni e perseguita da diversi governi: Chico Forti torna in Italia per scontare la pena dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti.
Lo sportivo e imprenditore italiano, che si è sempre professato innocente per l’omicidio del cittadino australiano Dale Pike, trovato assassinato il 15 febbraio 1998 a Sewer Beach, ha ricevuto l’autorizzazione al trasferimento.
«Un risultato che è frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con il governo dello Stato della Florida e con il governo federale che ringrazio», dice il primo ministro in un video registrato a Washington. «È un giorno di gioia per Chico, per la sua famiglia, per tutti noi. Lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto e ora aspettiamo Chico in Italia”, aggiunge Meloni.
Esulta il governo, esulta la destra che, insieme al M5s, sostiene da sempre questa controversa battaglia, con innocentisti e colpevoli impegnati nel confronto mediatico e politico. Le accuse contro Chico Forti erano legate a trattative mai del tutto chiarite che l’imprenditore italiano stava portando avanti con il padre della vittima per l’acquisto di un albergo a Ibiza.
indefinito – ANSA
Il Primo Ministro punta molto su questo annuncio, che diventa prevalente anche rispetto all’importante incontro faccia a faccia con Biden, appena sette mesi dopo l’ultima visita del Primo Ministro.
Nello Studio Ovale i due leader si scambiano cortesie e confermano lo strettissimo coordinamento su Kiev e sul Medio Oriente. Biden ha confermato l’invio di aiuti umanitari dal cielo a Gaza, ed è palpabile la preoccupazione per l’azione militare di Israele. «Dobbiamo evitare un’escalation», dice Meloni, dichiarando di «sostenere la mediazione americana».
Il faccia a faccia permette il perfetto riallineamento delle posizioni italiana e americana, con Roma sempre più severa, sulla scia di Biden, nei confronti dell’azione di Netanyahu. «Lavoriamo per due Stati», ribadisce la Meloni.
Per quanto riguarda il fronte russo-ucraino, Biden, come a luglio, riconosce l’importante ruolo del primo ministro nel mantenere il fronte europeo fermo nel “incrollabile sostegno a Kiev”.
Il motivo ufficiale della visita è l’aggiornamento sul G7 “in presenza” che si svolgerà in Puglia a metà giugno sotto presidenza italiana. L’agenda di Roma sarà “concreta”, assicura Meloni, snocciolando le sue priorità: cooperazione con l’Africa e la questione migratoria “per un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani”, “controllo” dell’intelligenza artificiale, attenzione all’Indo-Pacifico, oltre ovviamente , ai due principali conflitti che stanno infiammando il mondo. Un’agenda che riceve il plauso di think tank Consiglio Atlantico, che in un articolo suggerisce l’Italia come “nazione mediterranea indispensabile”. Dal punto di vista bilaterale, la Meloni non nasconde l’aspettativa di investimenti americani in Italia che non si sono ancora concretizzati, nonostante siamo “grandi amici e grandi alleati”, come dice Biden. Non ci sono però dichiarazioni ufficiali del presidente del Consiglio sull’esito dell’incontro perché non c’era nessuno spazio stampa a margine, una scelta che i cronisti attribuiscono poi all’imbarazzo per possibili domande sui rapporti con Mattarella.
Sabato 2 marzo, sempre nel contesto del G7, il primo ministro incontrerà anche il leader canadese Trudeau, occasione anche per fare chiarezza sui “diritti civili”.