Sondaggi TP: in Italia c’è censura per due persone su tre
Torniamo con la nostra indagine settimanale parlando dei temi politici più rilevanti dell’attualità, sia nazionale che estera, oltre ai consueti andamenti di voto e di fiducia al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Sondaggi TP: in Italia esiste la censura
Partiamo da alcune notizie che sembrano passate un po’ inosservate e che, paradossalmente, potrebbero essere un esempio delle risposte date dal campione. 100.000 copie di un inserto di Repubblica sono andate distrutte per una scelta editoriale di Maurizio Molinari, che non vedeva di buon occhio un articolo riguardante i rapporti commerciali tra Italia e Francia. Alla luce di ciò abbiamo chiesto se nei media italiani fosse presente la censura. Per il 40,4% questo esiste ed è legato soprattutto ai grandi interessi economici italiani e internazionali, volti a filtrare e distorcere le notizie. Un buon 25% ritiene che ci sia, ma che sia soprattutto politico (non economico) e che idee più lontane da quelle dei principali partiti di governo o di opposizione non trovino posto. Totale: 65,4%, praticamente 2 persone su 3 credono che in Italia ci sia la censura. Il 30,9% ritiene invece che, per quanto imperfetto, in Italia ci sia ancora la democrazia e siano presenti media di tutti gli orientamenti, e che quindi la censura sia limitata.
L’importanza di una lista pulita
Restando nell’ambito della politica interna, passiamo a una questione molto attuale riguardante la pulizia e la trasparenza delle liste. Abbiamo chiesto quanto sia importante votare una lista in cui non ci siano indagati.
La risposta più popolare (35,1%) afferma che questo è fondamentale. Il 25% lo ritiene importante ma, allo stesso tempo, dipenderebbe dall’effettiva importanza della persona indagata e dal tipo di accusa. Nel complesso, quindi, 6 italiani su 10 ritengono importante la “pulizia” di una lista o di un partito.
C’è invece un buon 27,5% che sostiene le garanzie: “Conta solo la condanna effettiva” visto che molti indagati vengono poi assolti dopo i vari gradi di giudizio. Infine, solo l’11,1% ritiene che siano importanti solo il programma del partito e le posizioni espresse, e non le storie dei singoli.
Sondaggi TP: Tra Donald Trump e Papa Francesco, Ucraina e teoria del genere
Passiamo ora a due delle dichiarazioni – o “leaks” – più importanti o interessanti della settimana: una proveniente dal candidato repubblicano Donald Trump (indiscrezione), l’altra da Papa Francesco (affermazione). Cominciamo con l’ex presidente degli Stati Uniti.
Partiamo dall’indiscrezione sul magnate newyorkese che, se dovesse vincere le elezioni, chiederebbe all’Ucraina di cedere la Crimea e il Donbass per porre fine alla guerra. Molti italiani sono d’accordo con Trump (40,3%) considerandola una proposta di buon senso. Si dice favorevole anche il 21,6% sottolineando però che questi dovrebbero essere i territori già occupati prima dell’invasione di febbraio 2022 (21,6%). Un sostegno notevole (6 su 10) da parte della popolazione italiana che trova riscontro in altri rilevamenti simili rilevati nelle ultime settimane.
C’è il 28,1% che, invece, lo ritiene un atto immorale e ingiusto, consistente in una violazione del diritto internazionale e che potrebbe creare un precedente molto pericoloso. Infine, una quota residua (3,9%) non è d’accordo ma per il motivo opposto, cioè che tutte le regioni annesse tramite referendum hanno il diritto di diventare russe. In questa domanda spicca anche il numero dei non rispondenti (6,1%), particolarmente elevato.
Chiudiamo infine con le dichiarazioni di Papa Francesco e la sua preoccupazione riguardo all’insegnamento della teoria del genere. Il campione è abbastanza diviso, con il 7,6% che non sa o non risponde, ma c’è una maggioranza favorevole alle parole del Papa. In particolare spicca il 38,4% (risposta più frequente) dove si afferma che siamo di fronte al tentativo di minare la natura dell’essere umano fin dalla giovane età. Anche il 12,2% è d’accordo, ma ne minimizza l’impatto, affermando che si tratta di tendenze relegate a una nicchia molto progressista della società.
C’è invece il 29% che afferma che la teoria del genere non è altro che un’educazione alla diversità, volta a combattere l’omofobia e la discriminazione. Il 12,8% ritiene però che la teoria del genere sia un’invenzione cospirativa dei conservatori utilizzata per discriminare i diversi orientamenti sessuali e generi.
Sondaggi elettorali TP: salgono gli FDI e decolla Forza Italia con l’ingresso di Noi Moderati. Sotto inchiesta anche gli Stati Uniti d’Europa
Ormai è tutto (quasi) pronto per gli schieramenti delle prossime elezioni europee (a parte le scaramucce di Calenda con Renzi e Bonino). In vista delle elezioni europee Noi Moderati rientra nelle fila di Forza Italia. I sostenitori di Forza Italia fanno così un bel balzo in avanti, passando dal 7,1% all’8,0% netto. In crescita anche Lega e IDE, entrambi dello 0,2%. Cade il M5S, perdendo tre decimi, mentre il Pd resta stabile al 19,5% nonostante gli scandali pugliesi. La joint venture tra Renzi e Bonino sembra quadrare quasi perfettamente e, alla prima rilevazione, gli “Stati Uniti d’Europa” partono dal 5,1%. La quota, invece, è al 3,9%. Il movimento di Michele Santoro (Pace Terra Dignità) continua a crescere ed è già arrivato al 2,4%. Sale all’1,4% anche la proposta aggregativa di Cateno De Luca, Libertà.
Parti | % |
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Fratelli d’Italia | 27,8% |
PD | 19,5% |
Movimento 5 Stelle | 15,6% |
Lega | 8,8% |
Forza Italia e Noi Moderati | 8,0% |
Stati Uniti d’Europa (+Europa e Italia Viva) | 5,1% |
Azione | 3,9% |
Sinistra Italiana/Verdi | 3,3% |
Pace, dignità della terra | 2,4% |
Democrazia sovrana e popolare | 1,8% |
Libertà | 1,4% |
Altri | 2,4% |
Concludiamo infine con la fiducia a Giorgia Meloni. Il primo ministro ritrova consensi (+0,6%) e si sta avvicinando alla soglia psicologica del 40% di consensi. Tra coloro che hanno tanta e sufficiente fiducia il dato arriva al 39,5%. Diffidato, invece, dal 60,1% degli italiani.
Nota metodologica: indagine effettuata con il metodo CAWI sulla base di 3.700 interviste raccolte tra il 9 e l’11 aprile 2024.