Sondaggi politici ed elettorali Termometro politico: il 25 aprile ancora valido per la maggioranza, ma oltre un terzo degli italiani non è d’accordo
Torneremo puntuali con la nota del venerdì per condividere i risultati del nostro sondaggio settimanale. Focus principale il 25 aprile. La Festa della Liberazione è sempre strettamente legata a una serie di dinamiche politiche e comunicative ormai standardizzate, basate su accuse incrociate.
Vediamo cosa ne pensano gli italiani. Cominciamo da qui.
Sondaggi politici ed elettorali 25 aprile: vale ancora oggi la Festa della Liberazione
A partire, quindi, dal 25 aprile e dal valore che oggi ha questa ricorrenza, si nota il generale favore della popolazione italiana. Per il 37% del campione la vittoria della Resistenza è da festeggiare perché molti in Italia sono ancora profondamente fascisti e dobbiamo impedire l’emergere di un nuovo fascismo. Per il 24,7% il 25 aprile ha ancora valore ma dovrebbe simboleggiare il lottare contro ogni autoritarismoe ogni violazione delle libertà collettive e individuali. C’è invece un buon 27,8% che ritiene che la Liberazione sia stata strumentalizzata e così rappresenta solo una parte degli italiani, e non gli ideali di libertà di tutti. Poi, una risposta minoritaria (ma non troppo) vede la celebrazione il 25 aprile della sconfitta dell’Italia e l’occupazione degli anglo-americani (9,2%).
Legato al valore del 25 aprile di oggi c’è il monologo di Antonio Scurati censurato dalla RAI. Qui c’è una forte polarizzazione. Per il 43,7% si è trattato dell’ennesima dimostrazione dell’occupazione della Rai da parte di una maggioranza che non crede nei valori dell’antifascismo e della democrazia. D’altro canto, però, per il 28,7% ha fatto bene la Rai che sarebbe stato l’ennesimo caso di propaganda esplicita in una Rai che è sempre stata un megafono della sinistra. Nel mezzo, l’11,6% ritiene che la Rai abbia sbagliato ma che la censura sia stata legata ai passaggi sulla Meloni piuttosto che al richiamo all’antifascismo. Il 10%, infine, ritiene che, a prescindere dal condividere o meno la posizione della Rai, la rete pubblica avrebbe comunque pieno diritto di decidere cosa trasmettere.
Chiudiamo con una domanda che ci collega poi al focus sulle elezioni europee e alle intenzioni di voto. Nella lista dei nomi per il prossimo presidente della Commissione europea c’è anche quello dell’ex numero uno della Bce ed ex premier italiano Mario Draghi. Nel complesso, il 51% degli italiani sarebbe favorevole (il 28,4% apprezzerebbe molto questa opzione, il 22,6% sarebbe abbastanza soddisfatto).
D’altro canto, il 33,5% sarebbe completamente contrario e l’8,9% sarebbe tutt’altro che felice. Infine, per un 4,5%, indipendentemente da chi sia a capo della Commissione (o se Draghi sia l’organo esecutivo numero uno dell’Ue) non cambierebbe nulla. Nel complesso, quindi, si registra una spaccatura, con una leggera tendenza a favore dell’economista italiano.
Sondaggi politici ed elettorali TP, fiducia a Giorgia Meloni e intenzioni di voto per partiti nazionali e famiglie europee
Chiudiamo il nostro sondaggio settimanale introducendo, per la prima volta, le famiglie europee. Partiamo da qui per fare il punto della situazione. Al primo posto, come previsto, ci sarebbero i conservatori e riformisti europei (20,2%). Seguono a ruota i socialdemocratici con il 15% e sarebbero al di sopra del Partito popolare europeo, fermo all’11,2%. La sinistra europea (GUE) otterrebbe un ottimo 9,9%, così come ottimo sarebbe il risultato di Renew Europe dei liberali e democratici europei (9,0%). Risultati leggermente più deboli infine per i Verdi (4,1%) e per Identità e Democrazia (6%). Rimarrebbero ben l’11,8% degli indecisi e il 12,8% che voterebbe per un’altra o nessuna di queste famiglie.
Il dato più interessante è che, se si prendessero in esame solo le famiglie europee, le distanze tra i partiti più estremisti sullo scacchiere politico si ridurrebbero. Da un lato, sia i conservatori (FDI) che l’estrema destra (Lega) avrebbero risultati meno importanti rispetto ai loro omologhi italiani. Succede invece il contrario, con la sinistra europea (quella più a sinistra dei socialdemocratici, per intenderci) che otterrebbe il 9,9%. Positivi i dati di Renew, che andrebbe idealmente ad aggiungere alla lista degli Stati Uniti d’Europa e di Calenda Action.
Sondaggi elettorali TP: Forza Italia supera la Lega
Ritornando in Italia: ha tuonato così tanto che ha piovuto. Alla fine i Forzisti di Tajani superano la Lega di Salvini. Anche grazie al risultato in Basilicata, i moderati accumulano ulteriori consensi (8,5%) e lasciano indietro la Lega Nord (8,4%). Il divario tra Pd (+0,3%) e M5S (-0,1%) torna ad aumentare leggermente mentre si registrano pochi movimenti con i partiti minori.
Chiudiamo con la fiducia nella presidente Giorgia Meloni. Il leader di Fratelli d’Italia non arriva al 40% dei voti, fermandosi, nei dati aggregati, al 39,4%. Il giudizio negativo su Giorgia Meloni arriva invece complessivamente al 60,2%, con il 48,9% che non nutre la minima fiducia nel presidente del Consiglio.
QUI, IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA PUBBLICATO VENERDÌ 19 APRILE