Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il suo acerrimo nemico, il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, si sono seduti in mezzo alle crescenti tensioni lungo i loro confini. A dimostrazione del fatto che, nonostante gli sguardi duri attorno al tavolo, l’incontro è stato un successo, Aliyev e Pashinyan hanno concordato un secondo incontro la sera stessa, secondo un funzionario francese.
Altre rivalità si rivelarono più insormontabili.
Una grande incognita all’incontro di giovedì era il comportamento sempre più autocratico del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Il leader della Turchia – membro della NATO – è stato accolto con lunghe strette di mano e parole calorose mentre si aggirava all’inizio di una tavola rotonda su pace e sicurezza.
Ma l’amicizia si è presto trasformata in acrimonia, quando il presidente turco ha utilizzato il suo discorso durante la sessione finale per rimproverare la Grecia. Si sono diffuse rapidamente voci secondo cui il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis avrebbe lasciato l’incarico, ma si sono rivelate infondate. Tuttavia, entrambi i leader si sono poi scagliati contro l’altro nelle conferenze stampa, rivelando il divario che rimane tra i due alleati della NATO.
L’altra attrazione principale di giovedì è stata il tormentato primo ministro britannico Truss, che ha riscoperto il suo attaccamento all’Europa dopo un roccioso prime settimane come leader del Regno Unito.
Macron e Truss hanno segnato una nuova tappa nelle loro relazioni, concordando di tenere un vertice franco-britannico l’anno prossimo e di aumentare la cooperazione sulla migrazione e sull’energia nucleare civile.