Sociale e inclusione, il gioco applicato di una realtà del Terzo Settore
Nel 2015 l’imprenditore torinese Roberto Wantolo ha creato una società che offre consulenza per l’innovazione sociale, da cui è nato uno spinoff che è una start up innovativa e una cooperativa
Approfondimenti
01 aprile 2024
TORINO – Mettere la persona al centro del progetto per garantire di dare forma a un futuro in cui innovazione e tecnologia siano al servizio della comunità. È la visione comune che ha unito un gruppo di professionisti, con la passione per l’innovazione tecnologica, culturale e sociale, da cui ha preso vita la cooperativa Redrim, che offre consulenza per l’innovazione sociale. Il presidente, l’imprenditore torinese Roberto Wantolo, ha lasciato nel 2015 un’azienda tech per creare questa realtà da cui è nato lo spinoff Drimlab, una start up innovativa e una cooperativa che, come molte realtà del terzo settore, non riesce a sostenere i livelli salariali del profitto aziende. Ma quando si tratta di attrarre giovani talenti, le cose stanno cambiando. “A Torino ci sono realtà tecnologiche importanti che attirano laureati dell’Università e del Politecnico – spiega Voolo, in dichiarazioni pubblicate da Il Sole 24 Ore – Ma ultimamente ci sono giovani che dopo un anno di lavoro vengono a bussare alla nostra porta perché in quelle le realtà sembrano solo una piccola componente di un grande meccanismo. Offriamo una visione diversa e flessibilità nelle modalità di lavoro.” Tra i prodotti realizzati, giochi applicati al sociale e all’inclusione. Uno dei prototipi in fase più avanzata e realizzato per Coop Interactive, è un videogioco ludico-terapeutico per gli ospiti di RSA e centri diurni, poi c’è Drimcity, una smart city virtuale in cui sperimentiamo un modello di città che non sia solo tecnologica e intelligente ma che tenga conto delle persone e dei bisogni sociali che esprimono.