La politica di coesione in Italia
Un impegno simile è stato assunto anche dall’Unione Europea nei suoi trattati. Il Trattato sull’UE stabilisce (art. 3) che l’Unione «promuove la coesione economica, sociale e territoriale» tra gli Stati membri, mentre in base al Trattato sul funzionamento dell’UE (art. 174), l’Unione punta «ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle diverse regioni e l’arretratezza delle regioni meno favorite».
Su questi fondamenti si fonda quindi la politica di coesione italiana. Da un lato ci sono i cosiddetti “fondi strutturali europei”, che finanziano progetti e investimenti nelle regioni italiane utilizzando risorse europee. Tali spese sono anche cofinanziate da risorse italiane, per lo più attraverso un fondo denominato “Fondo rotativo per l’attuazione delle politiche comunitarie”. Dall’altro c’è il cosiddetto “Fondo per lo sviluppo e la coesione”, stabilito nel 2011, che è finanziato con le risorse nazionali e costituisce il principale strumento con cui lo Stato italiano attua le proprie politiche volte a ridurre i divari tra le diverse aree del Paese.
Le risorse di queste due parti della politica di coesione sono organizzate su un periodo di sette anni. Secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato, dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’attuale ciclo di programmazione, che va dal 2021 al 2027, può contare complessivamente su oltre 150 miliardi di euro: 78 miliardi di euro arrivano da fondi europei (quasi 45 miliardi) e cofinanziamenti italiani, mentre oltre 73 miliardi di euro preoccupazione il Fondo per lo sviluppo e la coesione. Uno stanziamento iniziale di 50 miliardi è stato fatto con la legge di Bilancio per il 2021, durante il secondo governo Conte, mentre altri 23 miliardi sono stati aggiunti con la legge di Bilancio per il 2022, durante il governo Draghi.
Storicamente l’Italia non è in grado di utilizzare tutti i soldi destinati alle politiche di coesione: le ragioni sono croniche e varie, dalla burocrazia alle scarse competenze e risorse di alcune regioni. Nel febbraio 2023 il Ministero per gli Affari Europei, il Sud e le Politiche di Coesione e il Pnrr, guidato dal ministro Raffaele Fitto, hanno pubblicato un rapporto sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale, relativo al precedente ciclo di programmazione dei fondi , quello tra il 2014 e il 2020. In tale data erano stati spesi 43 miliardi di euro su un totale di oltre 126 miliardi.
Sul portale Opencoesione può essere monitorato l’utilizzo dei soldi dei fondi di coesione, per i diversi cicli di programmazione, suddivisi nei progetti finanziati in diversi settori, dall’innovazione ai trasporti.