Colite: quando e come intervenire
Colite è un termine generico che indica uno stato infiammatorio del colon, o intestino crasso, che può avere diverse cause. In alcuni casi, come l’insorgenza del morbo di Crohn o della colite ulcerosa, si parla di malattie infiammatorie intestinali, ovvero di condizioni croniche di infiammazione.
Alcune infezioni gastrointestinali possono anche causare infiammazione del colon, causando sintomi di colite. In entrambi i casi non possiamo che limitarci a seguire una dieta che ci aiuti a ridurre sintomi che possono essere considerati parzialmente invalidanti.
Mente e corpo, il misterioso legame tra cervello e intestino
Esistono però molti altri casi in cui l’insorgenza di uno stato infiammatorio di questo tratto intestinale, e quindi dei sintomi ad esso correlati, è innescata da condizioni esterne più o meno controllabili.
Tra questi fattori esterni ce n’è uno particolarmente importante, soprattutto per la sua capacità di non essere immediatamente percepibile. Parliamo di stati psicologici derivati da situazioni ansiose o stressanti. È molto più semplice, infatti, associare i sintomi intestinali a fattori esterni più evidenti, come ad esempio un’alimentazione non sana, come può essere durante periodo di vacanzadove alcol e fritture regnano sovrani.
Il collegamento presente, però, tra stati ansiosi o condizioni stressanti e sintomi intestinali è molto più impercettibile, e quindi non sempre preso in adeguata considerazione. Tuttavia, molti studi recenti hanno ampiamente dimostrato che squilibri nel corretto funzionamento dell’intestino, e quindi del colon, possono essere associati a disturbi dell’umore come depressione e ansia. Questo perché il sistema nervoso enterico, cioè quello che governa l’attività intestinale, e il sistema nervoso centrale, utilizzano gli stessi neurotrasmettitori per trasmettere i segnali.
La comunicazione tra i due organi avviene quindi, in entrambe le direzioni, attraverso il nervo vago sulla base di neurotrasmettitori comuni, come la serotonina. Questo neurotrasmettitore è prodotto per il 90% da cellule distribuite sulla mucosa intestinale ed è responsabile, all’interno dell’intestino, di mediare alcune funzioni fondamentali come la peristalsi e la secrezione. Uno stato di salute non ottimale può quindi portare ad una carenza di serotonina, con conseguenti cali di umore.
Anche nella direzione opposta, quella che porta dal cervello all’intestino, si instaura una comunicazione costante. Per questo motivo, periodi particolarmente stressanti o la nostra scarsa capacità di affrontare, e quindi elaborare correttamente, ansie e paure, possono compromettere il normale funzionamento dell’intestino con notevoli alterazioni della motilità intestinale.
Ansia e depressione quindi, alterando i livelli di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e norepinefrina presenti nel cervello, contribuiscono all’insorgenza di disturbi gastrointestinali come la sindrome dell’intestino irritabile, come ampiamente confermato da innumerevoli rilevazioni statistiche e studi clinici.
La ricerca scientifica che ha permesso di comprendere questi meccanismi biochimici offre oggi nuove opportunità per lo sviluppo di terapie precise e mirate, ma anche nuove interpretazioni diagnostiche che si muovono con sempre maggiore determinazione verso una concezione dell’individuo inteso come unione indissolubile di mente e corpofavorendo così lo sviluppo di una medicina capace di coniugare l’attenzione per il benessere fisico con quella per il benessere psicologico.
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