Ma al ricorso mancano tre passaggi.
La prima sarà legata all’emanazione di un decreto direttoriale del MIMIT (in fase di chiusura) che dovrà regolamentare gli aspetti tecnici per formalizzare l’iscrizione all’albo.
Il secondo passo prevede la pubblicazione di un successivo decreto direttoriale che regolerà lo scambio di informazioni tra il Mimit e l’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un “punto importante” non solo per il controllo delle certificazioni ma anche e soprattutto per monitorare la corretta applicazione (e quindi) dell’utilizzo dei bonus fiscali. Concretamente siamo di fronte ad una vera e propria trattativa: da un lato abbiamo le imprese che, se hanno agito correttamente, non hanno nulla da temere e dall’altro l’amministrazione finanziaria che potrà agire solo in casi di effettiva frode.
Alla luce di quanto illustrato, diventa importante anche l’ultimo passaggio, quello di emanare le linee guida integrative per la corretta applicazione del credito d’imposta. Quest’ultima delimiterà l’area in cui potranno muoversi contribuenti e ispettori. Ricordiamo però che la loro realizzazione era prevista per la fine del 2923, ma il lavoro dei funzionari del MIMIT è ancora in corso.
Le regole della certificazione – Ricordiamo che con il DPCM 15 settembre 2023 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2023, n. 258) sono state dettate le norme in materia di certificazione attestante la qualificazione delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di progettazione e realizzazione. Il provvedimento definisce poi gli aspetti procedurali e il contenuto della certificazione: essa deve contenere ogni informazione utile sull’adeguatezza delle capacità organizzative e delle competenze tecniche dell’impresa rispetto agli investimenti realizzati o programmati, la descrizione analitica dei progetti e dei sub -progetti realizzati o in fase di avvio o di realizzazione, nonché le ragioni tecniche sulla base delle quali vengono certificati i requisiti per l’ammissibilità del credito d’imposta o per il riconoscimento dell’aumento di aliquota.
Il Ministero dell’Impresa e del Made in Italy ha il compito di vigilare e verificare la correttezza formale delle certificazioni rilasciate.
A tal fine viene introdotto un regolamento che consentirà agli enti imprenditoriali interessati di avvalersi della facoltà di richiedere una preventiva certificazione attestante la qualificazione degli investimenti effettuati o da realizzare, nonché delle attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica ai fini dell’applicazione del credito d’imposta o ai fini dell’incremento dell’aliquota del credito d’imposta.
Il decreto ha istituito, presso la Direzione Generale per la Politica Industriale, l’Innovazione e le PMI del MIMIT, il Registro dei soggetti abilitati al rilascio di certificazioni.
Persone che possono iscriversi al registro – Potranno iscriversi all’Albo le persone fisiche in possesso di un titolo di studio idoneo all’oggetto della certificazione, le imprese che svolgono professionalmente servizi di consulenza relativi a progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, nonché i centri di trasferimento tecnologico del settore Industria. . Centri di competenza 4.0 ad alta specializzazione, hub europei di innovazione digitale (EDIH e Seal of Excellence), università statali, università non statali legalmente riconosciute ed enti pubblici di ricerca.