OFFERTA SPECIALE
– O –
Sottoscrivi l’abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l’articolo e l’intero sito ilmessaggero.it
1 anno a 9,99€ 89,99€
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
- Accesso illimitato agli articoli sul sito e sull’app
- La newsletter di Buongiorno delle 7.30
- La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
- I podcast delle nostre firme
- Approfondimenti e aggiornamenti in tempo reale
Mancano autisti di autobus, camerieri, parrucchieri, saldatori, baristi, operai. Aumentano le dimissioni volontarie nelle aziende. Non si trovano lavoratori nemmeno nelle lavanderie e nemmeno nel McDonald’s di recente apertura. Il personale sta diventando una sorta di piaga epocale per imprenditori, artigiani e commercianti. «È diventata una forte questione sociale» ammette Tania Patragnoni di Imperfetto Parrucchieri. Proprio per questo motivo non è ancora possibile aprire nuove attività.
SERVIZIO
Ai tavolini dei bar, soprattutto il sabato e la domenica, si è costretti ad attendere minuti e minuti prima di ricevere il servizio. Gli imprenditori che vogliono estendere la produzione non possono farlo e sono costretti ad aumentare gli straordinari. C’è chi tira in ballo un’educazione familiare zoppicante, come nel caso del pasticcere di Vanilla, Davide Calvarese: «Non c’è più quella fame che ha caratterizzato la mia generazione». Italo Ferrante (della Dmp Elettronics srl), azienda che esporta rubinetti a Dubai, non trova saldatori per circuiti elettrici «tranne anziani, o giovane appena uscito da scuola e senza formazione. Non vogliono imparare il mestiere: oggigiorno tutti aspirano a diventarlo influenzatore o giocatore di calcio mentre i miei colleghi non riescono ad espandere le proprie attività.” Le cause che portano all’aggravamento del fenomeno sono sicuramente da attribuire a diversi fattori: l’inverno demografico, l’emigrazione giovanile, la difficoltà di sostituzione dei cittadini extracomunitari in alcune aree (“non “Conosco bene la lingua”, sostengono alcuni baristi che accusano anche i bonus che ricevono), bassi salari (“anche se imperversano le spese vive”, ammette un commerciante), ma soprattutto gli effetti del Covid che hanno Tanti giovani hanno influito dal punto di vista psicologico sulle loro scelte di vita Da un bar del centro si sa che capita sempre più spesso ai lavoratori che mandano i certificati di malattia il sabato e la domenica Lavoro quindi non è più gestibile.
CURRICULUM
«Dove sono i giovani tra i 20 e i 30 anni? Non li trovo più. Ormai è diventata una questione sociale. La prima cosa che ti chiedono i ragazzi è: lavori il sabato? Gli extracomunitari non si presentano e finora sono arrivati solo 2 cv in sei mesi, la situazione è drammatica» aggiunge l’imprenditrice Patrignoni che si dice propensa ad un salario minimo. «Ho chiamato tre pagine di contatti fornitemi da il CPI, ma nessuno era disponibile. I giovani, non tutti, non hanno più fame, manca loro la voglia di rendersi indipendenti, alla loro età aspiravo a comprare un’auto e ad essere indipendente sono anche disposto a pagarla allenamento, come già faccio, ma vedo che è difficile.” Davide Calvarese spiega che «tanti chiedono di lavorare part time in pasticceria, non accettano compromessi e non amano i turni frazionati: penso che molto dipenda dall’educazione data dalla famiglia, poi i social hanno amplificato il problema con i famigerati guadagni facili degli influencer. Ho notato anche che gli stranieri si stanno adattando al modello italiano». Antonio Di Gialleonardo di Bike Storm chiude: «Non riesco a trovare un meccanico di biciclette, vuol dire che limiterò la mia attività alla sola vendita senza fornire molta assistenza. Speriamo per trovarne uno.”
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI