Nella capitale francese termina ufficialmente il Fashion Month. Urge un recap dei fashion shows più belli e dei trend più forti: eccolo!
Il Fashion Month si chiude con la Paris Fashion Week AI 2024, all’ombra della Tour Eiffel si ritrovano molti dei marchi più noti e prestigiosi a livello mondiale. A cominciare da quelli che storicamente definiscono lo stile francese, naturalmente. Da Dior a Saint Laurent, da Givenchy a Chanel sfilano collezioni che trasudano raffinatezza, lusso, eleganza. Ma lo stesso vale per i rappresentanti del made in Italy, ovvero Valentino e Miu Miu.
D’altra parte, le sfilate parigine confermano le tendenze già viste a New York, Londra, Milano. Trend che si traducono in audaci trasparenze, layering, contrasti materici, un uso parco dei colori in un minimalismo non privo di dettagli inaspettati. Se il passato resta una musa perfetta per questi tempi, in quel di Parigi assistiamo anche a collezioni futuristiche. Che si proiettano in avanti per esprimere – tra l’altro – i timori del presente. Perché la verità è questa: siamo in un periodo storico in cui la moda sta riacquistando quella potenza espressiva già avuta nel corso dei secoli. Un periodo in cui serpeggia un’inquietudine che si traduce in un bisogno di esprimersi. Condividere e agire. Al più presto.
Dior
Per la collezione Dior Autunno Inverno 2024, Maria Grazia Chiuri si è ispirata a Gabriella Crespi, figura fondamentale nella storia dell’architettura e dell’interior design. Ancora una volta, quindi, la creatività trova alimento nel passato; la fine degli anni Sessanta, per l’esattezza. Lo stesso periodo in cui è stata lanciata la linea Miss Dior. Lo stesso periodo in cui le donne sono state protagoniste di cambiamenti epocali.
La collezione è fatta di silhouette essenziali e comode; gonne al ginocchio, giacche avvitate (anche senza revers), pantaloni morbidi, abiti charleston. Dolcevita e cappotti tre quarti che chiaramente rievocano gli stilemi di quel tempo. Monocolore e fantasie check, con qualche innesto di animalier, oro e argento. Su alcuni capi campeggia la scritta Miss Dior a caratteri cubitale: un tocco urban e contemporaneo. Non mancano trasparenze e paillettes, perfettamente in linea con i trend del momento.
Saint Laurent
“Può la purezza essere provocatoria?”: è questa la domanda che Anthony Vaccarello, direttore creativo di Saint Laurent, pone alla Paris Fashion Week AI 2024. E lui stesso risponde con una collezione che vede protagonista assoluto il nude look. Intrigante, quasi sfacciato. Che si concretizza tramite un inedito uso dello stesso materiale che dà forma ai collant: il nylon. E i collant, del resto, sono parte integrante degli outfit. Con cuciture a vista.
Le trasparenze, d’altra parte, sono una delle cifre stilistiche della maison. Ma Vaccarello le porta a un livello PRO, chiamandole in causa anche quando si tratta di capi iconici quali le pencil skirt, le bluse con fiocco, gli abiti drappeggiati con scollo all’americana o maniche a pipistrello. Altra peculiarità della collezione, che sottolinea un trend in ascesa, è il contrasto materico: le trasparenze stesse, così, incontrano pellicce iper voluminose e piume di marabù. E poi gli immancabili blazer oversize. Una sfilata raffinatissima.
Balmain
Alla Paris Fashion Week AI 2024 Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain, porta (anche) magnifiche modelle over 50. Perché l’età è solo un numero e l’inclusività passa anche dal benservito all’anagrafe. Per quanto riguarda le creazioni in passerella, numerosi input arrivano dagli archivi di Pierre Balmain ma tanti altri ci portano a Bordeaux, città dove Rousteing è cresciuto.
Alle silhouette essenziali e scultoree si affiancano fantasie alla frutta: elaboratissime lavorazioni realizzate con paillettes e ulteriormente sottolineate da elementi 3D. Degni di nota anche quei grappoli d’uva stampati sui capospalla e voluminse gonne asimmetriche. E poi corsetti materici, layering, maxi check, pieghe rigide che ricordano dettagli. Una collezione espressionista, sotto molti punti di vista.
Rick Owens
Il passato è la principale fonte d’ispirazione per la moda Autunno Inverno 2024, questo ormai è assodato. Poi arriva una voce fuori dal coro, quella di Rick Owens, che ci conduce invece nel futuro. Un futuro tutt’altro che roseo. Anzi, decisamente allarmante. Il creativo fa di questa collezione una sorta di denuncia sociale: “Le proporzioni della collezione sono grottesche e disumane, in una reazione urlante ad alcuni dei comportamenti umani più deludenti a cui assisteremo nella nostra vita. Ma c’è l’eterna speranza utopica per un mondo migliore”.
Speranza, sì. Ma utopica. La cosa non è molto confortante. Però resta il fatto che le sue modelle sopravvivono, grazie anche a quegli indumenti che diventano protezione necessaria: lunghissimi mantelli con cappuccio, spalle con imbottiture che spiazzano, stivali che sembrano lievitare e arrivano a metà coscia, tute e abiti in lana. Insomma: possiamo ancora farcela.
Chloé
La nuova direttrice creativa Chemena Kamali riporta in vita “lo spirito della della donna Chloé”. Uno spirito libero, intraprendente, creativo. Lo stesso spirito perfettamente interpretato da Gaby Aghion, fondatrice della maison, e Karl Lagerfeld, figura determinante nella definizione del brand stesso.
Kamali attinge dunque all’heritage, ma evidente è anche l’impronta Seventies. Il tutto riletto in chiave contemporanea. In passerella appaiono abiti fluidi, che richiamo lo stile boho chic; jeans a campana, vestiti e camicie con rouches. I clogs e l’iconica mantella. I doverosi effetti vedo-non-vedo si arricchiscono di pizzi, volant e lavorazioni a rete; gli stivali cuissardes si alternano a ballerine rese rock da maxi fibbie con borchie. Vistose frange arricchiscono giacche ma anche pantaloni. Kamali si lascia tentare dal trend delle culotte a vista. Questa donna è vincente.
Givenchy
Una parigina doc, quella che calca la passerella per presentare la collezione Givenchy AI 2024. Che conosce perfettamente l’arte della seduzione e sa che non necessita di eccessi. Sono molto più importanti i particolari. I capi classici vengono riletti secondo il mood più attuale: le spalle appaiono quasi scolpite, gli abiti hanno scolli geometrici, i bustier si abbinano a gonne asimmetriche.
Le pellicce si fanno voluminose e i pantaloni fluidi; i fiocchi – come il design di altri abiti – sembrano quasi rigidi. E su un altro fronte, vediamo invece i drappeggi avvolgere sinuosamente i corpi delle modelle. Una collezione essenziale, sì, ma che potremmo al contempo definire… architettonica.
Schiaparelli
Per l’Autunno Inverno 2024, la donna Schiaparelli punta innanzi tutto sul completo e sulle sue infinite declinazioni: dal mannish style ai volumi generosi passando per il 100% denim. Ma lei è estremamente versatile, le piace cambiare e anche stupire con i suoi look; per cui indossa anche corsetti su canotte, sfoggia capispalla check, si compiace dei suoi bomber cropped come delle colorate pellicce ecologiche.
Quando arriva la sera, decide di mostrare il suo lato più sensuale infilando slip dress total gold, bluse vedo-non-vedo con decorazioni brillanti, abiti second skin costellati di paillettes. Anche il cut out le piace, come i drappeggi.
Loewe
Jonathan Anderson allestisce un giardino dell’Eden alla Paris Fashion Week AI 2024. La collezione AI 2024 di Loewe, ispirata all’arte di Albert York, è un trionfo di fiori, animali ma anche ortaggi. Trompe l’oeil e mirabili lavorazioni a base di perline sono il plus che incrementano l’effetto finale.
Il paradisiaco scenario poi s’interrompe, spiazzando ulteriormente i presenti, ed ecco entrare in scena pantaloni cargo XXXL, cinture con borchie che sembrano palline da tennis, cappotti doppiopetto quasi austeri. In una sorta di continuum con la collezione Loewe uomo. Il confine tra moda e opera d’arte, che si tratti di un dipinto piuttosto che di un’installazione, a volte è veramente sottile. E Jonathan Anderson ce l’ha dimostrato una volta in più.
Alexander McQueen
Il debutto più atteso della Parigi Fashion Week Autunno Inverno 2024: quello di Seán McGirr, nuovo direttore creativo di Alexander McQueen. Eredita il testimone da Sarah Burton, che ha guidato il brand per ben 13 anni, e l’impresa è ardua. Decide di affrontarla tornando in parte alle origini, cioè lasciandosi suggestionare dal primo McQueen, e in parte dando forma alla sua visione della moda. Le critiche non mancano; secondo alcuni, in particolari, le creazioni ricordano troppo ciò che ha creato per JW Anderson, da cui proviene. Tanti altri, però, accolgono con entusiasmo questa prima sfilata.
Una sfilata che, a prescindere dai giudizi personali, intriga. Le silhouette strutturate suggeriscono un’idea di romanticismo dark in chiave futurista; i design dalle traiettorie inaspettate diventano subito una provocazione. Alle impronte retrò e gotiche si uniscono tocchi grunge, in un mix che restituisce outfit urban e decisamente originali. Restare indifferenti è impossibile.
Balenciaga
… E poi arriva Demna Gvasalia, a destabilizzare tutti e spezzare quella sorta di elegante fil rouge che avvolge la PFW. La collezione AI 2024 di Balenciaga è a dir poco insolita, ribelle, fuori dagli schemi. Come la sfilata, del resto, scandita da atmosfere psichedeliche e distopiche.
Occhi coperti, collant strappati, la carte mescolate: c’è quel trench le cui maniche sembrano staccarsi, c’è quel top che al posto dello scollo ha una coulisse. C’è un altro top che sembra uno zaino e poi quel layering sfrenato. Giusto per fare qualche esempio. Capi e outfit difficilmente portabile nella vita di tutti i giorni, è vero. Ma lo scopo, qui, è un altro: provocare, far riflettere. Divertire, anche. A colpi di caos.
Valentino
Tra le sfilate della Paris Fashion Week Autunno Inverno 2024, anche quella di Valentino. Signore e signori, Pierpaolo Piccioli ufficializza la nascita del Noir Valentino. Che ambisce a diventare iconico come il Rosso Valentino, naturalmente.
Solo nero, dunque, per questa sfilata all’insegna dell’eleganza più essenziale. Solo total look. Una ricerca estetica e stilistica, ma anche un mezzo per esprimere l’inquietudine collettiva dei nostri tempi. I capi sfilano uno dopo l’altro e incantano: tailleur, giacche, mini abiti e cappotti quasi austeri; ma anche capi trasparenti, cut out, piume e spacchi da vertigine. E poi pelle, frange, decorazioni 3D, complessi ricami e qualche “spruzzata” sparkling. Gli infiniti volti del Noir Valentino.
Stella McCartney
Ambientalista doc, paladina e pioniera della moda sostenibile, con la collezione AI 2024 Stella McCartnery rende omaggio a Madre Natura e – una volta in più – ci invita a rispettarla. Cominciando proprio dalla scelta di ciò che indossiamo. E lei non perde occasione per mostrarci validissimi esempi.
La maglieria è realizzata con alpaca responsabile e cashmere rigenerato, il raso di viscosa rispetta le foreste è il denim bouclé è fatto con cotone biologico. Presenti all’appello anche la pelle vegana biodegradabile e i capi prodotti con filati a base di alghe. Le silhouette sono fluide oppure over e squadrate, la palette è composta da tonalità pastello, polverose e neutre ma non mancano esplosioni di colori più vibranti. A cominciare dal rosso. Torna l’ormai iconico motivo labbra e poi ci sono due input che mirano a diventare tendenza: le maxi bag e gli indumenti in filati dalle misure prepotenti e i collant in vista.
Chanel
“Deauville è il luogo in cui tutto ha avuto inizio per la Maison. 1912, la creazione del suo negozio di cappelli e poi, molto presto, i primi abiti dallo stile visionario e radicale. Questa storia mi sta molto a cuore”: queste le parole con cui Virginie Viard, direttrice creativa di Chanel, presenta la nuova collezione Autunno Inverno 2024. Che riporta in scena, dunque, alcuni cult di Gabrielle Chanel, che hanno contribuito a definire l’estetica del marchio.
I cappelli a tesa larga, appunto. Ma anche le coppole in tweed e i cappotti di taglio maschile, in questo caso arricchiti da cinture. Irrinunciabili i completi in tweed, ma ecco anche quelli composti da cardigan e gonne o pantaloni dal fit rilassato. E poi le righe, che richiamano i pezzi marinière ideati da mademoiselle Coco proprio a Deauville. La collezione è completata da abiti in maglia, capi in pelle, montoni, abiti fluidi, applicazioni preziose. Un lusso che parte dagli anni ‘20 per portarci fino agli anni ‘70.
Miu Miu
Con la collezione AI 2024 di Miu Miu, Miuccia Prada racconta quell’arco dell’esistenza umana compreso tra l’infanzia e l’età adulta. Un periodo speciale e fondamentale per tutti. L’immagine della giovinezza prende forma per mezzo di mini dress e mini coat dall’impronta anni ’60, mocassini e Mary Jane, cardigan cropped, stivali stringati e collant coloratissimi. Jeans a vita bassa.
Poi tocca alla rappresentazione dell’età adulta, appunto. In passerella sfilano tubini e cappotti minimal, chemisier, completi con le spalle imbottite e altri dal design retrò, giacconi di pelliccia e scarpe a punta. Guanti opera, spille e clutch. Un vero e proprio viaggio nel tempo.
Louis Vuitton
Nicolas Ghesquière festeggia i suoi primi 10 anni alla direzione creativa di Louis Vuitton. E lo fa con un collezione che, per molti versi, ripercorre questo lungo percorso. Allo stesso tempo, complice anche la scenografia della sfilata, designa orizzonti fantascientifici.
Si comincia con una serie di total white, che presto lasciano però il posto all’argento e alle superfici riflettenti. Poi tocca alle stampe che riproducono i suoi bauli, ai guanti pelosi che a loro volta richiamano collezioni passate, a blazer strutturati e blazer dalle lavorazioni iper complesse. Ci sono le esplosioni d’oro, le pellicce dai volumi imponenti, le silhouette strutturati e gli abiti dalle linee scivolate. In chiusura, un trionfo di piume.
Coperni
La borsa fatta al 99 per cento di aria è sicuramente il pezzo forte che ha catalizzato l’attenzione generale, alla Paris Fashion Week AI 2024 e nel resto del mondo. Ma tutta la nuova collezione Coperni, in realtà, ci conduce dritti in un futuro remoto. O sullo spazio, al cospetto degli alieni. Che indossano blazer-body, pezzi unici indubbiamente di grande impatto; anche i capospalla sono concepiti come fossero body, e sale il grado di stupore.
E poi le maxi cinture in pelliccia, i maglioni con frange (che sembrano tagliati semplicemente con una forbice), gli abiti e le gonne che si direbbe fatti con carta d’alluminio e i pullover con le maniche lunghe oltre ogni dire. Una collezione avanguardista, creata con lo scopo di confondere e far discutere. E questo, del resto, è il dna del marchio.