IL Settimana della moda di Londra cambia vestiti. Sulla scia delle celebrazioni del suo 40° anniversario, il Consiglio della moda britannico ha annunciato che la prossima edizione della kermesse londinese, in programma dal 7 al 9 giugno, introdurrà un nuovo format che, oltre alle consuete passerelle, proporrà una serie di eventi pensati per ‘accendere’ un momento culturale nella metropoli, coinvolgendo non solo i professionisti ma anche gli appassionati del settore.
Un modo, a quanto pare, per cercare di ripensare e ‘elevare’ l’attualità, che negli anni ha visto un progressivo dietrofront da parte dei grandi brand (il più grande player del lusso presente resta Burberry, ndr), se confrontato con le altre settimane della moda, e un calendario sfoltito, se non per la presentazione di tanti brand emergenti.
Il nuovo concept nasce quindi con l’obiettivo di ampliare ulteriormente la comunità creativa della città (da sempre megafono, nella moda, della voce dei giovani designer indipendenti, ndr) puntando i riflettori anche sull’importanza del menswear made in UK e coinvolgendo direttamente le aziende specializzate nell’abbigliamento maschile attraverso una nuova piattaforma che si allontana dal concetto canonico di sfilata.
Nel corso delle tre giornate verranno presentati un percorso espositivo ed eventi culturali volti a sottolineare l’importanza della cultura nera, della cultura del Sud-Est asiatico e della cultura queer, ma anche ’40 for 40′, evento che presenterà una selezione di 40 attivazioni dei principali brand e designer britannici. Maggiori dettagli sul calendario e sugli eventi in programma verranno svelati successivamente dal BFC.
Le iniziative presentate nella prossima edizione – spiega in una nota diffusa alla stampa estera Carolina Rush, amministratore delegato del BFC – “servirà ad ‘amplificare’ i nostri designer e promuovere le varie aziende di abbigliamento maschile, dallo streetwear a Savile Row, oltre al segmento retail in città. Celebreremo e renderemo omaggio ad alcune delle culture che contribuiscono così tanto all’industria della moda britannica, con l’obiettivo di costruire ogni anno su queste basi di culture diverse”.