«Dalla fattoria alla tavola», ovvero dalla fattoria alla tavola : non esiste espressione migliore per identificare Foodtech, ovvero soluzioni innovative e startup che sfruttano le tecnologie digitali per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento e distribuzione del cibo. Perché il foodtech è molto più della semplice e contestata negli ultimi mesi produzione di carne sintetica, al centro di tante polemiche. Ed è un settore in cui gli investimenti volano: più del 53% in un anno, nel 2023 rispetto al 2022. Lo riferisce il primo report «Investimenti nell’agrifood tech in Italia nel 2023»che quest’anno è stato accompagnato da un tour di presentazione in diverse città italiane e che si è appena concluso a Salerno, dopo le tappe di Milano, Padova, Parma, Roma e Taranto.
Boom di investimenti nel settore: 167 milioni nel 2023; più del 53% in un anno. Sempre più startup stanno sfruttando le tecnologie digitali per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento e distribuzione del cibo. Iannone, TheFoodCons: “Il foodtech è il motore dell’innovazione nel nostro Paese”
La metà degli investimenti poco più di 120 milioni di euro, pari al 50,3%, in crescita del 97,5% rispetto al 2022, si sono concentrati nell’agritech, soprattutto nell’agricoltura indoor (109 milioni di euro). Ottima crescita (+88,7%) anche del restaurant-tech, che con 34,6 milioni si aggiudica il 14,5% del totale. Buoni riscontri da un settore difficile in Italia, quello degli alimenti innovativi, con 10,3 milioni di investimenti, in crescita del 146%. Brutte notizie invece per il cibo digitale, che crolla del 93,2%, con 3,3 milioni. Straordinaria performance per il commercio al dettaglio alimentare, con 42,5 milioni di euro, +741,6%.
Ostacoli sociali, politici e finanziari, ma grazie all’innovazione tecnologica è possibile passare a sistemi di produzione più sostenibili e promuovere modelli di consumo responsabile, che ottimizzino l’uso delle risorse riducendo gli sprechi
Un Foodtech italiano, quindi, che va decisamente controcorrente rispetto alla media nazionale e globale e che dimostra numeri particolarmente incoraggianti considerando gli altri investimenti italiani, che fanno dire Antonio Iannone di TheFoodCons: «I dati di quest’anno, per certi versi controcorrente, lanciano un segnale importante e presentano il foodtech come volano di innovazione nel nostro Paese. Anche se la strada è lunga e piena di ostacoli in campo sociale, politico e finanziario, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un centro di eccellenza anche nel campo dell’innovazione agroalimentare, un validissimo e fondamentale alleato per mantenere l’Italia ai vertici dell’alimentazione mondiale. Se consideriamo che in 12 mesi gli investimenti in Italia sono passati dallo 0,5% al 2,3% del totale a livello globale, possiamo probabilmente dire che le premesse sono più che buone. Se dovessi scommettere su un solo settore, punterei sull’agritech, considerato questo il nostro Paese può contare ingrandirsi (ed. o avviare che hanno validato il proprio modello di business e risolto sfide importanti) già leader europei e mondiali nei rispettivi settori, come xFarm, Cynomys e The CircleUN”.
Oltre le difficoltà anche grazie all’AI
Marco Gaianisocio in Linfa Ventures aggiunge: «In un anno difficile per gli ecosistemi dell’innovazione, l’agrifoodtech italiano ha paradossalmente confermato la propria resilienza. IL venti contrarigli ostacoli cioè non erano e non saranno pochi: terribili avversione al rischio negli investimenti; un clima politico non sempre favorevole; alcune scaleup traballanti, forse quelle di cui si è parlato più recentemente. Tuttavia l’impressione è quella di un ecosistema che resiste e si evolve. Lo dimostrano la stabilità degli investimenti – compreso il debito che spesso ha colmato la stasi delle partecipazioni – lo sviluppo delle startup in alcuni verticali dove l’Italia può dire la sua; personalmente scommetto sulla tecnologia della ristorazione”. Infine per Matteo Vanotti, amministratore delegato di xFarm Technologies “I risultati del rapporto sono incoraggianti e l’agroalimentare continua ad essere un settore in rapida crescita”. In questo contesto, «l’obiettivo di xFarm Technologies è sia continuare a crescere a livello internazionale applicando l’AI e l’Agricoltura Rigenerativa all’intera filiera, sia guidare gli ecosistemi di innovazione legati al settore agritech. Non è quindi un caso che abbiamo deciso di ospitare la prima tappa del tour aprendo le porte dei nostri nuovi uffici a Milano.
L’hub RAFT, ecosistema dinamico
A Roma invece per promuovere il primo GIORNATA DELLA ZATTERA «Roma AgriFodd Tech»,è stata Agente di innovazione alimentareche è anche il primo Centro romano di innovazione nel settore agroalimentare: organizzato presso la Casa delle Tecnologie Emergenti alla Stazione Tiburtina. Dedicato all’AgriFoodTech di Roma e del Lazio, «RAFT è un hub per l’innovazione nel settore agroalimentare, dove prendono vita e si sviluppano sperimentazioni, formazione, open Innovation ed eventi. Negli ultimi mesi”, ha detto Virgilio Maretto, co-fondatore di Food Innovation Broker“abbiamo ha creato un’importante rete di collaborazioni con aziende, università e centri di ricerca e ha lanciato una serie di iniziative progettuali. “RAFT” rappresenta una nuova frontiera dell’innovazione agroalimentare. Un ecosistema dinamico e sinergico che unisce i diversi attori del settore AgriFoodTech romano”. Imprenditori, accademici, ricercatori e stakeholder del settore agroalimentare hanno partecipato ai lavori del RAFT DAY, nell’ambito dei Rome Future Days, e si sono confrontati sulle stato dell’arte per l’adozione di tecnologie emergenti in grado di facilitare la transizione verso pratiche agricole e alimentari più sostenibili e responsabili.
Focus sull’agricoltura indoor e sull’agricoltura di precisione
La relazione sugli investimenti è stata presentata da Antonio Iannone che ha inoltre aggiunto: «Dopo aver costruito un patrimonio enogastronomico unico al mondo, il nostro Paese ha tutte le carte in regola per diventare un centro di eccellenza anche nel campo dell’innovazione agroalimentare. Se dovessi concentrarmi su un settore, direi l’agritech, sia per quanto riguarda l’agricoltura indoor che l’agricoltura di precisioneTO”. E sono stati toccati temi attuali e complessi, come la gestione sostenibile delle risorse idriche, l’adattamento ai cambiamenti climatici, le nuove tecniche di coltivazione delle piante abbinate all’allevamento di animali acquatici a impatto zero sull’ambiente; il monitoraggio tramite intelligenza artificiale dei campi per stabilire quando trattare, concimare e irrigare; l’uso di mangimi a base di insetti per un’acquacoltura sostenibile; la produzione di alimenti innovativi e nutrizionali e infine la nuova frontiera della “Carbon Credit Economy”.
Gli impegni di Roma Capitale
È stato invocato anche il sostegno delle istituzioni e al riguardo l’assessore alle Politiche di Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli ha dichiarato: «Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti. In soli due anni, la Casa delle Tecnologie Emergenti, Quello è diventato un punto di riferimento per chi vuole innovare, un luogo dove confrontarsi, condividere idee, attrarre talenti e sviluppare nuove tecnologie per costruire insieme un capitale sempre più sostenibile e inclusivo, attento a creare benessere per tutti i cittadini. Gli effetti dei cambiamenti climatici – ha aggiunto – impongono all’agricoltura e all’intera filiera alimentare di innovarsi per individuare soluzioni che rendano più efficienti tutti i processi produttivi senza incidere sulla qualità. Grazie all’innovazione tecnologica è possibile passare a sistemi produttivi più sostenibili e promuovere modelli di consumo responsabile, che ottimizzino l’uso delle risorse riducendo gli sprechi”. Tra gli interventi, moderati da Francesca Romana Barberini, quelli di Fabio Massimo Pallottini, dell’Agri -food Center di Roma e del professor Riccardo Valentini dell’Università della Tuscia.