Viviamo in “tempo di guerra”. Vicino e lontano da noi. La distanza conta relativamente poco, in termini di percezione. Perché i media osservano e riproducono gli eventi bellici in tempo reale. In diretta. E li amplificano. Perché la paura, comprensibilmente, suscita attenzione. E, quindi, genera un pubblico. Ma, per lo stesso motivo, ridefinisce continuamente la realtà. Perché le paure si sovrappongono e si riproducono. Con effetti reciproci. Perché una paura ridimensiona, relativamente…