Una delle trasformazioni più significative nella comunità dell’intelligence nel periodo successivo alla Guerra Fredda è senza dubbio la crescente importanza attribuita alla cosiddetta “intelligence sharing”, un’espressione che si riferisce ai modi in cui le agenzie e gli altri servizi di sicurezza di due o più paesi lavorano insieme. Questa cooperazione può assumere forme diverse e sta svolgendo un ruolo assolutamente cruciale nell’attuale guerra in Ucraina.
Cooperazione internazionale in materia di intelligence: una rapida panoramica
Per decenni, le agenzie di intelligence occidentali si sono concentrate principalmente sull’impedire all’Unione Sovietica di estendere la propria sfera di influenza. Ciò spiega in parte perché non sono state in grado di prevedere attacchi come quello che ha portato all’abbattimento delle Torri Gemelle l’11 settembre. La minaccia non convenzionale rappresentata dal terrorismo internazionale ha svolto un ruolo chiave nel processo evolutivo della comunità di intelligence, sottolineando fortemente l’importanza di avere accesso a competenze in tutto il mondo, ottenendo dati più affidabili e identificareing potenziali minacce alla sicurezza nazionale (e internazionale) in anticipo. Di conseguenza, le agenzie si sono affidate sempre di più non solo a tecnologie più sofisticate e a controlli più severi sui passaporti, ma anche alla condivisione di parte delle informazioni a loro disposizione con i servizi esteri.
Ci sono diversi esempi di cooperazione nel campo dell’intelligence. Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Australia (i cosiddetti “5 occhi”) fanno parte di una formidabile rete di intelligence nota come ECHELON. Club di Berna è un forum informale di condivisione di informazioni istituito da Federico Umberto D’Amatoper molti anni la mente dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno italiano (e incriminato post mortem per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980). È un caso molto interessante perché riunisce i direttori dei maggiori servizi di sicurezza e intelligence occidentali: non solo i 27 paesi membri dell’Unione Europea (UE), ma anche Svizzera e Norvegia. Nel caso dell’UE possiamo anche considerare come organismi di condivisione di intelligence EUROPOL (con sede all’Aia, il cui scopo primario è quello di rafforzare i meccanismi di cooperazione degli Stati membri per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, alle minacce informatiche e al terrorismo), l’ Servizio europeo per l’azione esterna (che coordina i ministeri degli esteri e le agenzie di intelligence europee) e Frontex (responsabile dello scambio di informazioni tra i membri dell’UE e della sorveglianza delle frontiere).
Intelligence e tecnologia: il caso dell’Ucraina
Nel contesto della guerra in Ucraina, la condivisione di intelligence è sicuramente un elemento critico da considerare. La comunità di intelligence statunitense ha ottenuto informazioni su una possibile invasione russa dell’Ucraina settimane prima che si verificasse effettivamente, rivelandole ai media: grazie a ciò, è stata in grado di coordinarsi rapidamente con i suoi alleati occidentali e supportare efficacemente la Sluzhba Bespeky Ukrayiny (SBU, i servizi segreti ucraini) durante la fase iniziale del conflitto. Quando divenne evidente che il “operazione militare speciale” lanciato da Mosca stava per trasformarsi in una guerra di logoramento, Il sostegno occidentale è aumentato: il monitoraggio quotidiano degli eventi sul campo, l’identificazione di obiettivi militari e la difesa dei sistemi digitali e delle infrastrutture critiche dagli attacchi informatici sono tutti buoni esempi di ciò.
Nessuno di questi obiettivi avrebbe potuto essere raggiunto senza una stretta collaborazione tra i servizi segreti di tutto il mondo, compresi quelli dell’ settore privatoAd esempio, SpaceX di Elon Musk ha contribuito in modo massiccio a rafforzare le capacità di difesa ucraine grazie a Collegamento stellareun sistema composto da migliaia di satelliti necessario a controllare l’enorme quantità di droni a lungo raggio utilizzati per svolgere azioni non solo difensive, ma anche offensive (si pensi, ad esempio, al recente veicoli aerei senza equipaggio utilizzato nel tentativo di colpire il Cremlino). Più in generale, una delle tendenze più sorprendenti della guerra in Ucraina è l’uso massiccio di piattaforme a duplice usooriginariamente progettati per scopi civili ma potenzialmente in grado di svolgere compiti militari (o viceversa): sono solitamente di proprietà di aziende private o multinazionali, non di governi. Questo senza considerare il ruolo svolto da Intelligence di origine aperta (OSINT)raccolti tramite Internet, mass media, stazioni geospaziali, persino documenti pubblici e dichiarazioni ufficiali. Un caso interessante a questo proposito è quello rappresentato dal cosiddetto blogger di Milcivili particolarmente attivi sui social media come Telegram che agiscono come reporter di guerra. Grazie ai dettagli di vari video e immagini pubblicati online, le agenzie di intelligence occidentali sono state in grado di identificare correttamente e distruggere le basi militari russe, tracciare i movimenti del Gruppo Wagner e organizzare meglio le controffensive ucraine. Infine, vale la pena notare che anche gli analisti volontari hanno ampiamente contribuito a monitorare la situazione: è il caso del gruppo investigativo noto come Bellingcat, che ha svolto un ruolo cruciale nell’identificazione Maria Adela Kuhfeldt Riverauna spia russa che riuscì a infiltrarsi nella base militare della NATO a Napoli.
Conclusioni
La condivisione di intelligence ha cambiato drasticamente non solo il processo di raccolta dati, ma anche le tattiche impiegate sul campo di battaglia. Il successo stesso dell’esercito ucraino dipende in larga misura dal grado di supporto che il mondo occidentale continuerà a fornire, e gran parte di esso si presenta sotto forma di armi e informazioni ottenute tramite satelliti, droni, piattaforme digitali e altre tecnologie emergenti. Pertanto, il coordinamento tra agenzie di intelligence alleate non è solo essenziale per supportare Kiev, ma è anche probabile che migliori nel prossimo futuro. Un aspetto particolarmente rilevante da considerare è la crescente importanza degli attori non statali e del settore privato. Le agenzie di intelligence possono trarre grandi vantaggi dalle risorse derivanti dalla condivisione dei dati, ma allo stesso tempo questa cooperazione rafforzata pone dubbi e interrogativi significativi. Vedremo come il processo di privatizzazione della sicurezzavale a dire che la possibilità di impiegare soggetti privati come rappresentanti della politica estera avrà un impatto sull’ambiente della sicurezza e, in particolare, sul settore dell’intelligence.