Da allora, i finanziamenti sono cresciuti del 156%, con il picco negli ultimi anni per affrontare l’aumento della violenza durante la pandemia di Covid-19. Tuttavia, questo aumento dei finanziamenti non si è registrato un corrispondente calo dei femminicidi, che dal 2014 ad oggi hanno oscillato tra le 119 e le 95 vittime all’annoCome riportato dal Rete europea di giornalismo dei datimentre gli omicidi in Italia sono diminuiti negli ultimi 20 anni, il numero di donne uccise dai loro partner è rimasto lo stesso, aumentando quindi in proporzione al numero totale di omicidi. In numeri, se nel 2004 i femminicidi rappresentavano il 10,1% del totale, nel 2022 la percentuale è salita al 26,5%.
Taglio delle risorse
E le risorse investite sono sempre più destinati a repressione e non prevenzione. Ciò significa che le strategie governative sono state mirate a combattere il fenomeno una volta che la violenza si è già verificata e non a creare un piano di istruzione o rieducazione per abbattere stereotipi, norme comportamentali e ruoli di genere che trasmettono e giustificano la violenza. Ad esempio, solo 13,8 milioni dei 248,8 stanziati negli ultimi quattro anni sono stati destinati a campagne di sensibilizzazione, istruzione nelle scuole o attività di emancipazione femminile. Si tratta di appena il 5,6% del totale, e questo numero, già basso da tempo, è crollato proprio a causa della taglio ai fondi voluto dal governo Meloni.
Inoltre, come sottolinea il rapporto di ActionAid, anche il governo Meloni è stato molto poco attivo nel suo iniziativa legislativa volta a contrastare la violenza di genereDa quando hanno assunto la carica, i partiti della coalizione di destra hanno presentato solo 53 proposte legislative o atti non legislativi per combattere la violenza contro le donne. Mentre I partiti di opposizione ne hanno presentati complessivamente 306di cui 189 proposte legislative, con il Partito Democratico (112) e Movimento 5 Stelle (89) in testa alla classifica.