Vovan e Lexusi due noti “comici” russi considerati vicini ai servizi segreti del Cremlino, presi di mira Georgia Meloni: uno dei due ha infatti chiamato al telefono il primo ministro italiano e l’ha interrogata sulla sua politica estera, fingendosi un leader africano. I due in passato hanno “colpito” leader internazionali come il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen e l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger.
Vladimir Kuznetsov e Alexei Stolyarov – questi i veri nomi di Vovan & Lexus – ha presentato la conversazione affermando che Meloni si è lamentata dell’atteggiamento del presidente francese, Emmanuel Macron, nei confronti dell’emergenza migratoria, e ha segnalato la presunta “stanchezza” del premier per la situazione in Ucraina. Ma in verità Meloni, pur essendo caduta nell’inganno, non ha fatto altro che ripetere le sue note posizioni su diverse questioni internazionali. Il premier, infatti, ha parlato di immigrazione, di rapporti con l’Africa e di Ucraina ma, in sostanza, ha ribadito le posizioni espresse più volte in pubblico da lei stessa e dai rappresentanti del suo governo.
In un passaggio dedicato ai flussi migratorii, il premier afferma che «è impossibile» affrontare questo dossier senza il coinvolgimento «dell’Unione Europea ma anche dell’ONU». Meloni parla poi del problema dell’integrazione delle «persone che arrivano illegalmente» in Italia. «La Commissione Europea dice di aver capito il problema, il problema è quanto tempo ci vuole per dare risposte concrete», continua il premier nell’audio. Il premier parla anche di alcune idee contenute nel Piano Mattei per l’Africa. «Sto cercando di parlare con altri Paesi europei di investimenti energetici in Africa. Nei primi giorni di novembre presenteremo qui a Roma in un convegno il nostro Piano Mattei, che consiste nell’investire in energia per l’Africa”, spiega il premier, evidentemente interpellato dal comico quando la Conferenza Italia-Africa non era ancora stata rinviata per la situazione in corso in Medio Oriente. “Vorrei che la presidenza del G7 si concentrasse sull’Africa”, aggiunge Meloni, ribadendo un concetto espresso più volte. Il premier parla anche della Libia, un dossier molto importante per l’Italia, dicendo che potremmo “discutere per ore” di cosa è successo al Paese nordafricano e capire che “ora la situazione non è migliore” visto che c’è anche “una crisi energetica”.
Il Presidente del Consigliointerrogata sull’Ucraina, afferma di vedere “molta stanchezza” da parte di tutti in relazione al sostegno a Kiev. “Siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Il problema è trovarne una che possa essere accettabile senza distruggere il diritto internazionale”, afferma il Primo Ministro nella conversazione, ribadendo efficacemente quanto spesso detto sulla necessità di garantire la sovranità e l’indipendenza di Kiev. “L’Ucraina non ha avuto il successo atteso in primavera. La controffensiva dell’Ucraina forse non sta andando come previsto. Sta progredendo, ma non ha cambiato il destino del conflitto. Quindi tutti capiscono che (il conflitto) potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare soluzioni. Il problema è quale sia la soluzione accettabile senza aprire altri conflitti”, aggiunge il Primo Ministro.
Meloni, durante il colloquio con l’ leader africano “falso”si esprime anche sul tema dei corridoi dei cereali nel Mar Nero. “Penso che bisogna discuterne, che bisogna trovare una soluzione perché altrimenti la situazione diventa impossibile da gestire. Ne ho parlato anche durante il vertice del G20, durante l’incontro sull’Africa: se ci lasciamo ricattare dalla Russia, potrebbe sempre andare peggio, ma se non troviamo altre soluzioni questo diventerà un problema impossibile”, spiega il premier, sottolineando una posizione contraria al ritiro di Mosca dall’iniziativa che, per mesi, ha consentito il passaggio sicuro attraverso il Mar Nero alle navi cariche di cereali in partenza dai porti ucraini. Infine, interpellato sul problema del nazionalismo ucraino e sull’eredità lasciata dal suo leader storico, Stepan Bandera, Meloni fuga ogni dubbio affermando: “Penso che il problema legato al nazionalismo sia un problema che ha (il presidente russo Vladimir) Putin. Penso che in Ucraina stiano facendo quello che devono fare e questa è la cosa giusta”.
Il presidente Meloni è stato ingannato al telefono da una persona che è riuscita a spacciarsi per presidente dell’Unione Africana attraverso la sede diplomatica di Palazzo Chigi. Lo denunciano fonti Palazzo Chigisottolineando che “nonostante il tentativo di farle dire frasi ‘scomode’, Meloni ha invece sostanzialmente ribadito le posizioni assunte dal governo, seppure con i soliti toni di estrema cortesia formale che si esprimono nei colloqui con i rappresentanti istituzionali esteri”. “Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il suo pieno appoggio all’Ucraina e alle politiche italiane di contrasto all’immigrazione clandestina”, concludono le fonti.
Intanto, Palazzo Chigi in una nota riferisce che “l’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri si rammarica di essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione africana e che è stato messo in contatto telefonico con la Presidente Meloni”. La nota spiega inoltre che l’episodio è avvenuto il 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dalla Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con cui ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre.
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