L’Italia è in fondo alla feroce classifica dei femminicidi in Europa. I dati sono complessi, le conclusioni non sempre immediate, ma indicano che la correlazione tra cultura patriarcale e numero di femminicidi non è sempre così ovvia. All’indomani delle manifestazioni di piazza contro gli “omicidi di Stato”, le classifiche europee non descrivono un’emergenza in Italia, anzi. Davanti all’Italia per numero di donne uccise ci sono anche i Paesi cosiddetti progressisti, guidati da partiti di sinistra e di centro-sinistra, che rivendicano una maggiore sensibilità culturale contro il patriarcato e a favore dell’attivismo femminista.
I calcoli, come detto, non sono sempre precisi perché i dati spesso non tengono conto del metodo, non tutti i paesi classificano i crimini allo stesso modo, e non tutti gli stati forniscono cifre. A volte distinguono tra omicidi commessi all’interno del nucleo familiare o in circostanze diverse.
I numeri. In Italia nel 2022 si sono verificati 125 femminicidi su un totale di 319 omicidi. Le donne uccise sono quindi circa il 39% del totale, con un picco del 91% se consideriamo le vittime di partner o ex partner. In valore assoluto, secondo i dati dell’Unodc-United Nations Office on Drugs and Crime, nel 2021 la Germania ha registrato 337 casi di donne uccise intenzionalmente, la Francia 228, il Regno Unito 207 e l’Italia 119. Il nostro Paese si troverebbe quindi al quarto posto prima di Spagna, Polonia e Romania. Ma la lettura dei dati cambia se mettiamo in relazione il numero di donne uccise a quello della popolazione totale.
Secondo grafici e dati elaborati da Openpolis, la situazione peggiore è in Lettonia, dove nel 2020 sono state uccise 2,4 donne ogni 100mila donne. Seguono Lituania e Croazia. E Austria con 0,6, Slovenia, Ungheria. L’Italia è al 12° posto, con 0,32, e si piazza dopo Germania e Francia, due Paesi a guida progressista. Dati migliori dei nostri sono quelli di Svezia e Grecia, con 0,16.
I Paesi baltici si distinguono negativamente anche per l’incidenza degli omicidi volontari di donne in generale. Per Openpolis, però, “il punto che accomuna le nazioni del vecchio continente è la condivisione di una radicata cultura patriarcale”. Più radicata fuori dall’Italia, verrebbe da dire.