La polo aderente con colletto sbottonato, abbinata religiosamente a jeans attillati e cinture di cotone con chiusure metalliche, è stata felicemente archiviata a metà degli anni 2010, quando la cultura dell’hype è riuscita a spostare i riflettori su sneakers e outfit oversize. Ci è voluto il 2020, con l’entusiasmante ritorno dell’estetica vintage come lusso tranquillo, nucleo del tizioE squallore indieper riportarlo alla ribalta tra i capi di moda più apprezzati. Oggi la camicia in cotone a maniche corte è una star anche nel cinema, con progetti come Sfidanti E Ripley facendo rivivere i suoi codici grazie al look monocromatico di Zendaya sul campo da tennis e al look old money di Andrew Scott a Venezia. Sulla passerella, agli stilisti piace Jonathan Anderson E Martina Rosa rendere omaggio alle radici britanniche di cultura ultrasContrariamente a quanto potrebbe suggerire la silhouette rigorosa ed elegante della polo, non è l’aspetto “senza tempo” a renderla il capo capace di cavalcare di nuovo l’onda delle tendenze, ma piuttosto il contrario. In una polo, tra un colletto rialzato e uno stirato meticolosamente, si celano una moltitudine di significati culturali diversi appartenenti a sottoculture distanti anni luce. Il capo è unico, ma una semplice piega può trasformarne il look.
Il Polo nella cultura delle terrazze
Se c’è una cosa che possiamo dire con certezza sulla moda del 21° secolo, è che è totalmente guidata dalla nostalgia. Niente è nuovo, tutto è rielaborato. Se oggi consideriamo la polo un prodotto di street style ancor prima che uno status symbol per tennisti facoltosi, il merito va a loro Anni ’70 e l’aumento del Cultura della terrazza. Con il successo del calcio inglese, alla fine del decennio, i tifosi delle squadre britanniche iniziarono a viaggiare in giro per l’Europa per sostenere la propria squadra. A Milano, Roma e altre grandi città, scoprirono una passione per marchi come Sergio Tacchini, Diadora, FilaE Cappae li ha riportati a casa, anche se il marchio preferito per le polo è rimasto quello patriottico Fred Perry (da qui il nome Perry Boys). Con il logo del marchio ben visibile sul cuore, la polo firmata è diventata un timbro di riconoscimento per tutti gli appassionati di calcio che hanno voluto identificarsi a modo loro tra la folla, senza necessariamente indossare i colori della squadra che tifavano. Tra teppisti E ultras in tutto il mondo, la moda della polo ben abbottonata è esplosa per apparire come “bravi ragazzi” alle autorità, ma anche per avvicinarsi meglio ai gruppi rivali al pub e fuori dallo stadio. A parte la somiglianza della polo con la tradizionale maglia da calcio (quella Eric Cantona amava indossare con il colletto rialzato), anche la silhouette delle maglie indossate dai tifosi di calcio riprendeva lo stile del modello sottocultura, che ha preso piede nel Regno Unito negli anni ’50, anche se, vent’anni dopo, i mocassini sono stati sostituiti da adidas Samba e parka verdi di Impermeabili Burberry (indossato anche con il colletto alzato per mostrare l’assegno della casa).
Il Polo nella cultura pop
Secondo la teoria della moda trickle-up, prima di arrivare in passerella, le polo dovevano passare attraverso la cultura pop. Il più grande sponsor del capo davanti all’obiettivo dei paparazzi era Amy Winehousela stella di Ritorno al neroche amava abbinare Fred Perry di qualsiasi colore a jeans attillati, bretelle, collane dorate e grandi cinture in vinile. Lei imbrattata Pinup degli anni ’50 Il look, caratterizzato da voluminosi capelli neri e spesso eyeliner, strizzava l’occhio quasi ironicamente alle radici essenzialmente preppy della polo. La fedeltà di Winehouse al marchio inglese l’ha portata a farlo collaborare con Fred Perry nel 2010lanciando una capsule dalle linee espressamente vintage, come il suo timbro. Tra le altre icone pop inglesi portabandiera del look tra gli anni ’90 e 2000 troviamo Liam Gallagher, David Beckham (direttamente dal campo di calcio), Damon AlbarnE Riccardo Ashcroftmentre in America le polo hanno trovato spazio nell’hip-hop grazie a Italiano:, Pharrelle persino pitbull.
Il Polo nella moda
Prima Prototipi si è ispirato allo stile degli ultras italiani per la SS25, i primi a riproporre in passerella i suoi codici estetici sono stati Raf Simonsche nel 2008 ha avviato a collaborazione con Fred Perry che si è concluso nel 2023, Miu Miu e Pradaanche se in quel caso il look era legato ai giovani universitari. Dopo essere scomparse per un breve periodo dalla metà degli anni 2010 ai primi anni 2020, le recenti collezioni di moda pullulano di polo, soprattutto a Londra. Da Charles Jeffrey Loverboy, Craig Verde, JW Anderson, Martina RosaE Galles Bonneril nucleo del tizio viene sradicato dall’austerità della curva dello stadio e trapiantato in un contesto artistico con l’aggiunta di strisce, motivi, color-blocking e silhouette oversize. Negli Stati Uniti, pochi stilisti cercano di avvicinarsi al look, tra cui Eli Russell Linnetsche li ha proposti attillati, graficamente stropicciati, e indossati uno sopra l’altro per la SS25. Da New York a Londra, passando per Milano e Copenaghen, i resti della Terrace Culture si stanno facendo strada sulle passerelle. Non ancora affermati con il proprio nome, ma ancora legati al soprannome dato loro negli ultimi anni da Bloke Core, dimostrano ancora una volta la ferocia l’influenza delle sottoculture sulla moda di lusso. Il colletto rosso rialzato di Cantona o la polo rosa confetto attillata di Amy Winehouse non hanno ancora fatto il loro debutto, ma forse è solo questione di tempo.