Oggi è difficile per le persone dare un senso alle numerose etichette sulle prestazioni ambientali di prodotti e aziende. Nell’UE sono attualmente in uso più di 200 etichette di sostenibilità! Alcuni di questi non sono affidabili. Possono essere fuorvianti in quanto le aziende possono dare una falsa impressione del proprio impatto o beneficio ambientale, una pratica nota come “greenwashing”. Un recente screening delle dichiarazioni sulla sostenibilità nel settore tessile, dell’abbigliamento e delle calzature ha suggerito che il 39% di tali dichiarazioni potrebbero essere false o ingannevoli.
Pertanto è importante che i consumatori abbiano la possibilità di fare scelte sostenibili. Per fare ciò, nel marzo 2023 l’UE ha proposto criteri comuni contro il greenwashing e le dichiarazioni ambientali fuorvianti. Questa iniziativa obbligherà le aziende a dimostrare le proprie asserzioni ambientali, introdurrà criteri comuni per verificare tali asserzioni e incoraggerà l’uso di marchi di qualità ecologica affidabili, come il Etichetta ecologica UE. Integra una proposta adottata nel marzo 2022 aggiornare le norme UE sulla tutela dei consumatori.
Di conseguenza, gli europei saranno meglio informati sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e maggiormente protetti contro dichiarazioni ecologiche false o fuorvianti. Saranno vietate le affermazioni ambientali generali, come “verde”, “ecologico”, “buono per l’ambiente”. Affermazioni più specifiche come “questa maglietta è fatta con 5 bottiglie di plastica riciclata” saranno consentite solo se esistono prove concrete a sostegno di tale affermazione. Le nuove misure aumenteranno la competitività delle imprese che si impegnano concretamente per migliorare la sostenibilità dei loro prodotti, poiché saranno equamente riconosciuti, ed elimineranno la concorrenza sleale da parte delle aziende che fanno dichiarazioni fuorvianti.