MILANO (Reuters) – L’economia italiana crescerà dell’1% quest’anno e dell’1,4% il prossimo, secondo le previsioni contenute nell’Economic Outlook dell’Ocse, che conferma le stime diffuse a febbraio e il contributo decisivo dei consumi privati alla ripresa. Il documento aggiorna anche il quadro relativo agli aggregati di finanza pubblica, per i quali le ultime stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico risalgono a novembre. La proiezione del rapporto deficit/Pil per quest’anno passa al 2,6% dal 2,2% indicato in autunno. Il rapporto debito/Pil per il 2016 è indicato al 132,8% – quindi stabile rispetto al 2015 – dal 133,5% della proiezione diffusa in autunno. Il deficit e il debito, secondo le aspettative dell’organismo parigino, dovrebbero scendere rispettivamente al 2% e al 131,9% del Pil l’anno prossimo. Nel complesso, il quadro delineato dall’Ocse è più prudente di quello del governo, che nel Documento di economia e finanza di aprile indica una crescita del Pil dell’1,2% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017, un deficit del 2,3% quest’anno e un 1,8% l’anno prossimo e un debito già sceso nel 2016 al 132,4% e al 130,9% nel 2017. In termini più qualitativi, l’Ocse sottolinea che “dopo un rallentamento alla fine del 2015, la ripresa è destinata a ritrovare vigore, trainata dai consumi privati , ed in misura minore dalla ripresa degli investimenti”. Proprio la ripartenza degli investimenti, pubblici e privati, sarà cruciale per rendere sostenibile la ripresa e dipenderà dagli effetti delle iniziative del governo per alleviare i bilanci delle banche dai crediti inesigibili, avverte l’Ocse, che invita l’esecutivo a razionalizzare e ridurre la spesa , puntando sull’incremento dell’efficienza della pubblica amministrazione, anche attraverso la razionalizzazione delle filiali degli enti locali. Sul tema delle riforme, l’Ocse riconosce come il programma di misure strutturali varato dal governo stia contribuendo a rafforzare le prospettive di crescita a lungo termine, ma esorta a fare di più per aumentare la produttività e l’inclusione sociale, rendendo operativa l’agenzia nazionale per il lavoro attivo politiche e il rafforzamento dell’offerta di servizi di cura per l’infanzia e gli anziani, al fine di consentire la partecipazione attiva delle donne al mondo del lavoro. Il tasso di disoccupazione, prevede l’organizzazione, si manterrà sopra l’11% quest’anno (11,3%), scendendo al 10,8% nel 2017. Si evidenziano poi una serie di rischi che gravano sullo scenario di fondo: l il quadro geopolitico incerto nel Mediterraneo sul da cui dipendono l’evoluzione e i costi della crisi migratoria, possibili ritardi nell’attuazione dei piani di investimenti pubblici e tagli di spesa non sufficienti ad evitare l’aumento dell’Iva nel 2017, un impatto più negativo delle aspettative di riduzione dei contributi previdenziali sui nuovi contratti su crescita dell’occupazione. Infine, un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea a seguito del referendum del 23 giugno potrebbe aumentare il premio al rischio dei titoli di Stato e dei costi di finanziamento, sebbene l’Italia sia inclusa tra i paesi relativamente meno esposti in un’ottica rivolta all’economia britannica. (Elvira Pollina) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia