Il nuovo Ohio della politica italiana… proprio come accaduto negli USA… potrebbe essere la piccola Basilicata. Piccolo ma significativo, nelle sue elezioni, forse allo stesso modo. Dopo l’1-1 tra maggioranza e opposizione al voto in Sardegna e Abruzzo, con la vittoria di Alessandra Todde per Campo Largo e progressista a Cagliari e la riconferma di Marco Marsilio a L’Aquila per il centrodestra, in Infatti, la tornata elettorale lucana sarà l’ultima prima delle elezioni europee di giugno, quando voterà anche il Piemonte.
Da Potenza e Matera la volata verso gli Europei
Ultime prima di quelle che ormai molti definiscono le elezioni di medio termine dove, grazie al sistema elettorale del Parlamento di Strasburgo, i partiti si misureranno da soli, ciascuno con le proprie forze, ciascuno per se stesso. Ultimo e quindi più che indicativo. Quasi a lanciare lo sprint di una lunga campagna elettorale che inevitabilmente si trasformerà da europea a nazionale.
Gli schieramenti
Da qui il valore del voto che tra Potenza e Matera metterà ancora una volta l’una contro l’altra le due coalizioni. Alla fine, il Centrodestra ha riconfermato l’uscente Vito Bardi, nonostante qualche resistenza iniziale, mentre l’opposizione ha faticato di più per arrivare a un candidato unitario: sarà Domenico Lacerenza, oculista 66enne, nato in Puglia. , e adottato dalla Lucania. . Il campo, però, sarà un po’ meno ampio, perché l’Azione è annullata.
Il centrosinistra e il campo unito ma meno ampio
«Sono onorato e spero di essere all’altezza», dice Lacerenza, candidato civico di fatto che ha ricevuto il via libera da Angelo Chiorazzo, il manager cattolico leader del movimento civico Basilicata Casa Comune, indicato dal Dems ma che non è piaciuto ai 5 stelle e alla fine ha ceduto, ma non senza far sentire la sua voce e il suo peso. Pd, Pentastellati, Verdi e Sinistra, +Europa, i partiti a sostegno. Un discorso lungo e approfondito che a un certo punto aveva visto chiamato in causa l’ex ministro lucano Roberto Speranza come salvatore della Patria per il centrosinistra e unica figura di peso capace di unire tutti. Ex capo della Sanità nel Governo Conte che però ha subito declinato ogni offerta. La sfida dell’opposizione, però, parte dalle critiche a Italia Viva e senza Azione: senza Calenda né il suo uomo lucano, Marcello Pittella, ex governatore, ex Pd e signore dei voti in Regione. Pittella accusa i Dem: “Hanno attuato il veto del Movimento Cinque Stelle su Azione”. In altre parole: la linea è già stata definita da Conte e accettata da Schlein.
Il centrodestra si riorganizza attorno a Bardi
Il centrodestra, dal canto suo, seppur non senza difficoltà, ha indicato per primo il governatore uscente Vito Bardi, fortemente sostenuto dai suoi, Tajani in testa che non ha mai mollato di un centimetro di fronte alle esitazioni iniziali di Fratelli d’Italia e alle pressioni della Lega di Salvini che invece ha voluto rimettere tutto in discussione dopo il licenziamento di Solinas in Sardegna. La coalizione si prepara ad accogliere il 25 marzo a Potenza il premier Giorgia Meloni, attesa nella capitale per firmare i Patti di coesione.
Le ultime elezioni e le imprese di Bardi nella Lucania “rossa”.
Nel 2019 il generale Vito Bardi, candidato del Centrodestra, espugna il fortino rosso della Basilicata…che nei tumulti definì l’Emilia Romagna del Sud, tale era il radicamento del Centrosinistra nella Regione. Un radicamento quello del campo progressista che nasce, storicamente, dal bacino della vecchia DC di Emilio Colombo che poi di fatto confluì quasi interamente nel Partito Popolare, poi Margherita, e comunque rimase con lo sguardo rivolto a sinistra, tanto da abbracciare l’ex DS nel nascente PD tra il 2007 e il 2008. Un blocco granitico che nel 2013, con una bassa affluenza al 47%, aveva portato il centrosinistra con Marcello Pittella a vincere le elezioni con il 59% di contrari. 20% per Scelta Civica. Nel 2008, 5 anni prima, trionfava il centrosinistra con De Filippo con il 61% contro il 28 del PdL. L’exploit di Bardi nel 2019, con un’affluenza cresciuta al 53%, ha portato il centrodestra a vincere con il 42% contro il 33% del centrosinistra e il 20% dei 5 Stelle che hanno marciato divisi e sconfitti.