L’esponente di Forza Italia e il candidato del Movimento 5 Stelle sono stati ospiti della terza puntata di “Tribù”, il talk in cui i protagonisti della politica italiana incontrano giornalisti e commentatori in vista del voto dell’8 e 9 giugno per gli europei. Tra i temi, la riforma della presidenza del Consiglio, le spese militari dell’Italia e il caso Liguria
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Giorgio Mulè di Forza Italia e Gaetano Pedullà del Movimento 5 Stelle sono stati ospiti della terza puntata di Tribù, il colloquio con i protagonisti della politica italiana che torna su Sky TG24 in vista del voto dell’8 e 9 giugno per le elezioni europee. Con loro hanno parlato anche Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione politica all’Università di Modena e Reggio Emilia, e Alessandro Giuli, presidente del Museo Maxxi. Tra i temi, la riforma della presidenza del Consiglio, le spese militari dell’Italia e il caso Liguria.
La riforma del premier
Il primo tema discusso è stata la riforma del premierato. “Non è un argomento del giorno, ma è un argomento della stagione, dell’anno e ci occuperà chissà per quanto tempo – ha detto Mulè -. Abbiamo sempre detto che siamo aperti al dialogo, purché dialoghiamo e non ci intromettiamo dicendo “non si può fare”. Perché si fa il premiership? Perché è una riforma che concretizza il patto di lealtà tra centrodestra ed elettori. Quando ci siamo presentati alle elezioni abbiamo detto: ‘Ebbene, se votate per noi sappiate che faremo questo, questo e quello. Una delle primissime cose è stata la riforma presidenziale, cioè con l’attribuzione dei poteri in questo caso al primo ministro. Stiamo dando seguito a quel patto di lealtà. Essere aperti al dialogo, tanto che lo stesso disegno di legge Casellati è entrato al Senato a senso unico ed è già stato modificato più volte, su questioni che noi stessi abbiamo sollevato. L’unica cosa è che non sopporti più di non fare. È un Paese da riformare». Pedullà non è d’accordo. «Il vero voto di scambio in questo Paese è quello tra Lega e Fratelli d’Italia, premier contro autonomie regionali differenziate, due leggi sfortunate – ha detto l’esponente M5S – Soprattutto perché, restando in tema di premiership, ciò consentirebbe alle idee del premier Meloni di creare le condizioni per collocarsi a Palazzo Chigi per i prossimi vent’anni, tanto che il problema di portare avanti questa riforma non si pone molto nell’opposizione, che si oppone nettamente, ma proprio nella maggioranza, perché nella maggioranza molti hanno capito qual è il gioco. Ho una mia teoria: la Meloni, che non a caso si è candidata a queste elezioni europee tutti i collegi elettorali, vuole vincere in maniera schiacciante e dare un duro colpo alla Lega, per poi dire: “Cari parlamentari della Lega, approviamo subito il premier, facciamo cadere la legislatura e proviamo a piazzarci lì”. I parlamentari della Lega avrebbero la possibilità di entrare, perché si aprirebbero le porte a Fratelli d’Italia, e si salverebbero”.
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Spesa militare
Un altro tema, il spesa militare d’Italia. “Il 2% del Pil per la Nato non è un totem”, ha detto Mulè. E ancora: “Raggiungere il 2% è qualcosa che appartiene alla sicurezza, non a un tratto bellicoso del nostro Paese. Solo se avrete un apparato di sicurezza resiliente, capace di difendere il nostro suolo ma allo stesso tempo di essere presente ad esempio in Africa, ad esempio in situazioni di crisi, ad esempio altrove, potrete dimostrare la vostra credibilità anche a livello internazionale. livello internazionale. Non sono risorse che servono per correre a comprare armi, ma che servono per difendere la nostra democrazia”. “Mai nella storia del mondo si è speso così tanto per l’industria bellica come adesso – ha risposto Pedullà -. Tutti questi investimenti stanno portando ad un aumento delle tensioni nel mondo. Sembriamo quelli che vogliono sbattere la testa contro il muro aspettando che il muro crolli: ci spacchiamo la testa. Andiamo verso la Terza Guerra Mondiale Per comprare un’altra pallottola bisogna discutere sulla difesa comune ma è molto più importante in questo momento dare ai cittadini la sanità, gli ospedali, l’assistenza, i trasporti, tutto quello che non funziona in questo Paese e che aumenta le disuguaglianze cittadini per arricchire l’industria bellica. Dobbiamo investire le stesse risorse nella diplomazia”.
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Il caso Liguria
Ultimo argomento, politica e giustizia e il Caso Liguria con l’arresto del governatore Giovanni Toti. “Attenzione a lasciarvi affascinare da quello che leggete negli atti della Procura – ha avvertito Mulè -. Il presidente Toti ha il diritto di controbattere alle accuse, ci sarà un Tribunale del Riesame che valuterà il provvedimento. Sarà lui stesso, in tutta coscienza, a decidere se a quel punto, a seguito di un’eventuale pronuncia del Tribunale del Riesame, dovrà farsi da parte. Nessuno può dirgli che deve dimettersi, è investito di un mandato popolare, conosce perfettamente l’enormità delle accuse, si dice capace di smontarle una per una, vediamo cosa succede e in base a ciò sarà lui a decidere il da farsi”. “Toti deve dimettersi subito, ma non per i reati di cui risponderà nelle sedi opportune, ma per ragioni di opportunità perché quello che emerge dalle pagine dell’inchiesta dimostra un sistema molto pericoloso e che coinvolge molta Forza Italia”, ha risposto invece Pedullà.
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“Tribe” e “La scelta del 2024”
Tribù è l’approfondimento, trasmesso in diretta dal lunedì al venerdì alle 20.30 su Sky TG24, che vede il conduttore Fabio Vitale confrontarsi con i protagonisti della politica italiana, per parlare delle tante “tribù” della politica: tra pro -Europei e identitari, liberali e conservatori. Come ospiti si alternano anche giornalisti e commentatori, tra cui l’editorialista de Il Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il Presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli, la giornalista e scrittrice Maria Latella e il Direttore di QN Agnese Pini. Come nella precedente tornata elettorale europea, torna il “momento Erasmus” in cui i politici ospiti del programma vengono trasportati virtualmente nella stanza di una residenza studentesca per scegliere con chi condividere, tra quattro possibili opzioni, un periodo di studiare all’estero. Tribù fa parte di un progetto più ampio La scelta del 2024 con cui Sky TG24 si prepara a seguire la campagna elettorale per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno attraverso reportage, strumenti digitali, sondaggi e una maratona finale. Tutti i contenuti di La scelta del 2024 sono disponibili sui canali 100 e 500 della piattaforma Sky, sul canale 50 del DTT, su Sky On Demand, sul sito skytg24.it e su tutti i canali social di Sky TG24.
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