Il Generale Luciano Portolano ha illustrato in audizione alla Camera le posizioni della Segreteria Generale della Difesa riguardo alle modifiche alla legge 185 sull’esportazione di sistemi d’arma. Per il generale, le condizioni strategiche attuali sono molto diverse da quelle degli anni ’90, quando fu promulgata la legge, e c’è bisogno di aggiornare le procedure per renderle più conformi alle esigenze attuali
04/12/2024
La competitività dell’industria della difesa si misura a livello internazionale, anche considerando il fatto che circa il 70% del fatturato del settore è legato alle esportazioni. Muoversi in modo proattivo sul mercato internazionale è la chiave per rimanere competitivi e mantenere un vantaggio tecnologico rispetto ai potenziali avversari. Lo ha spiegato il Segretario Generale della Difesa, Generale Luciano Portolano, intervenendo in un’audizione alla Camera sulla proposta di riforma della legge 185 che regola l’import-export di materiale militare. Il testo in discussione prevede che il rilascio delle autorizzazioni non spetti più all’ufficio Uama (alla Farnesina) ma al Comitato interministeriale per lo scambio di materiali di armamento e difesa, il cosiddetto Cisd, presieduto dal Primo Ministro Ministro e composto dai ministri dei vari dicasteri interessati. Un organo che verrebbe riattivato dopo essere stato soppresso nel lontano 1993. Per Portolano, però, il contesto attuale è “diverso da quello degli anni ’90, quando, con la fine della Guerra Fredda, si accantonava l’ipotesi di un conflitto in Europa Oggi lo scenario internazionale è fatto di equilibri geopolitici instabili e in continua evoluzione. “Le scelte riguardanti l’esportazione di materiali di armamento – ha proseguito Portolano – rappresentano, al pari delle operazioni militari, uno strumento che contribuisce al perseguimento degli obiettivi di politica estera di un Paese”. Per questo, secondo il generale, il ripristino del Cisd va “proprio in questa direzione, certificando le scelte al massimo livello, in modo da garantire coerenza strategica e rapidità dei processi decisionali”.
Legge 185
Il generale ha spiegato come la legge abbia poi regolamentato un ambito che, prima del 1990, era equiparato alla normale esportazione di merci. Il suo punto principale è che l’approvazione deve arrivare sia dal Ministero degli Esteri che da quello della Difesa. In questo senso, spiega Portolano, la Segreteria generale della Difesa “svolge tre attività principali. La prima riguarda la tenuta del registro nazionale delle imprese, la seconda riguarda la gestione dei programmi di coproduzione internazionale. La terza, invece, è finalizzata a fornire pareri per il rilascio delle autorizzazioni”, essendo quest’ultima uno degli elementi più delicati disciplinati dalla legge 185. Non è un caso che il generale abbia sottolineato l’importanza di questa funzione: “Le modalità operative per il rilascio di pareri tecnici da parte del Segretariato Generale della Difesa prevedere anche una valutazione dell’operazione di esportazione sotto il profilo strategico industriale ai fini dell’esercizio dei poteri speciali nell’ambito della procedura Golden Power. E questo per limitare il più possibile il trasferimento di tecnologie e know-how che potrebbero, nel tempo, indebolire il posizionamento tecnologico del nostro settore industriale della difesa nel mercato internazionale”.
Modifiche alla legge
Il segretario generale si è poi espresso in merito al tema centrale dell’intervento, le proposte di modifica alla legge 185: “Il disegno di legge non apporta alcuna modifica alle specifiche competenze e attività già svolte dal Segretariato generale della Difesa e Gestione degli armamenti nazionali. Credo piuttosto che la proposta intervenga per rendere il quadro normativo più aderente all’evoluzione dell’attuale contesto internazionale”. Negli anni della promulgazione della legge, infatti “l’attenzione alla difesa e alla deterrenza lasciò il posto a un atteggiamento centrato sulle attività di stabilizzazione e sicurezza, gli equilibri geopolitici cominciarono a cambiare, ma erano ancora facilmente prevedibili e infine l’Unione Europea era lontana dall’ipotizzare oggi meccanismi di cooperazione nel campo della difesa”.
Rafforzare il settore
Il generale ha infine spiegato come le modifiche agevolerebbero le esportazioni puntando soprattutto su una semplificazione degli aspetti burocratici per le industrie, commentando: “Le ulteriori modifiche proposte intervengono sulla semplificazione dei costi di produzione dei documenti che gravano sulle imprese a portare avanti un processo di regolamentazione una semplificazione volta a favorire lo sviluppo degli investimenti e delle attività industriali, senza indebolire i controlli sulla circolazione dei materiali militari. Inoltre, come ho già detto, queste proposte non apportano alcuna modifica alle competenze specifiche del Segretariato Generale della Difesa.” Queste modifiche alla legge sarebbero fondamentali per rafforzare e far crescere l’industria della difesa italiana, che fa affidamento sulle esportazioni per il 70% dei suoi contratti. Portolano al riguardo ha affermato: “Su questo punto vorrei fare una breve riflessione prima di passare alle conclusioni, è chiaro l’interesse dello Stato, e in particolare della difesa in particolare, a far sì che le imprese nazionali abbiano successo nel mercato internazionale, così da consolidare le proprie capacità produttive e continuare a investire adeguatamente nella ricerca, sviluppando mezzi, materiali, equipaggiamenti e sistemi d’arma all’avanguardia in grado di soddisfare le esigenze operative”.