Margherita Hackva detto che lo era la donna delle stelle. Nata a Firenze il 12 giugno 1922 e morta a Trieste il 29 giugno 2013, è stata un’astrofisica e divulgatrice scientifica, prima donna direttrice di un osservatorio in Italia astronomico, quello di Trieste. Anticonformista, schietto e sempre fuori dalle righe, diede un enorme contributo alla diffusione dell’astronomia in Italia, appassionando generazioni di italiani alla scienza e promuovendo il ruolo dell’astronomo donne e ragazze nelle discipline STEM.
Oltre al grande successo ottenuto in Italia, Hack divenne una figura di spicco in tutto il mondo, partecipando anche ai consigli scientifici di NASA e delAgenzia spaziale europea (ESA). Era anche membro dellaAccademia Nazionale dei Linceiuna delle istituzioni scientifiche più antiche d’Europa.
La vita davanti alle stelle: la gioventù ribelle di Hack
Margherita Hack è nata da genitori che – come lei stessa ha ricordato più volte – erano molto liberali e di larghe vedute, che la lasciavano sempre libera di decidere in cosa credere. Ha dimostrato fin da piccola di avere un carattere forte e volitivo, e di non piegarsi mai a ciò in cui non credeva, motivo per cui non le è stato difficile prendere posizione durante le vent’anni di fascismo. Infatti ha ribadito più volte le sue idee opposizione alle scelte del regimesoprattutto dal leggi razziali del 1938.
Durante un’accesa discussione con i suoi compagni di classe che sostenevano le azioni della classe dirigente, venni sospeso da scuola per 20 giorni per aver sostenuto di petto le sue idee, insieme alla sua famiglia che l’ha sostenuta per il coraggio dimostrato. La sua azione disciplinare le avrebbe fatto saltare l’ultimo anno di liceo, ma a causa dello scoppio del Seconda guerra mondiale le lezioni furono interrotte e il voto bocciato. Gli studenti furono promossi (o bocciati) solo in base ai voti ottenuti durante l’anno, e Margherita si salvò.
Giunto il momento di scegliere l’università, decise di iscriversi alla Facoltà di Lettere, ma nel giro di poche settimane cambiò idea, iscrivendosi alla Facoltà di Fisicaun argomento che aveva sempre amato ma mai approfondito.
Dopo il matrimonio con Aldo de Rosa nel febbraio 1944, Margherita Hack si laureò il 15 gennaio 1945 con a tesi di astronomia su una Cefeide, realizzato presso l’Osservatorio di Arcetri a Firenze. Le Cefeidi lo sono Lavoro variabili che ciclicamente aumentano e diminuiscono di diametro e luminosità. Hack si interessò così tanto all’argomento che decise di approfondirne ogni possibile aspetto spettroscopia stellare.
La carriera accademica di Margherita Hack
Nell’estate del 1946 Hack ottenne una borsa di studio dallaIstituto di Ottica Fiorentino, dove da alcuni mesi teneva corsi di matematica e geometria. La sua borsa di studio le ha permesso di seguire un corso approfondito di ottica ed ingegneria elettrica. In quel periodo Margherita Hack continuò a frequentare ilOsservatorio di Arcetrivicino a Firenze, dove iniziò i suoi studi Macchie solari.
Nel 1947 Margherita arrivò per la prima volta a Milano. Il suo primo lavoro nel capoluogo lombardo, però, non c’entra niente con le sue star: le chiedono infatti di preparare un libretto di istruzioni per un telecamera. L’azienda entrò in crisi alla fine dello stesso anno, e Hack riprese i suoi studi sulle Cefeidi, osservando le T Volpi.
La permanenza a Milano durò però poco, perché l’anno successivo Margherita ritornò all’Istituto di Ottica su richiesta del direttore. Vasco Ronchi. Nel 1950 vinse il concorso per assistente alla cattedra di Astronomia e finalmente assunse l’incarico di insegnante astronomia sferica e astrofisica.
Dopo sei mesi trascorsi aIstituto di astrofisica di Parigi, ritornò nel capoluogo toscano e riprese gli studi. Nel 1954 divenne libera professore all’Università di Firenzee ha iniziato la sua collaborazione con il Nuovo Corriere. Hack, però, ha chiesto di essere trasferitoOsservatorio di Meratein Brianza, sede storica dell’Osservatorio di Brera, dove analizzò dal punto di vista spettroscopico l’ Ff Aquilaeovvero la Cefeide su cui ha scritto la sua tesi di laurea.
A metà degli anni Cinquanta ottenne due borse di studio, la prima a Utrecht (Olanda) e poi a Berkeley (California), dove approfondì i suoi studi stellari, e nel frattempo venne proposta come membro dell’Unione Astronomica Internazionale.
Nel 1963 vinse il cattedra di astronomia dell’Università di Triesteed è stata la prima donna scelta per dirigere dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, dal 1964 al 1987. All’epoca era l’osservatorio più fatiscente d’Italia, ma sotto la sua direzione rifiorì, con nuovi strumenti e l’assunzione di altri ricercatori. Con il passare del tempo Hack riuscì a rendere famoso l’Osservatorio anche all’estero.
Le scoperte di Margherita Hack
Margherita Hack ha contribuito alla conoscenza delle Cefeidi, preziosissime in astronomia perché permettono di misurare le distanze cosmiche con notevole precisione a partire dal periodo – molto regolare – con cui varia la loro luminosità.
Nel 1957 studiò la stella supergigante nei raggi ultravioletti epsilon Aurigae, che in realtà è un sistema binario. Analizzando la variazione di luminosità del sistema durante le eclissi delle due stelle, Hack è riuscito a identificare la struttura a guscio concentrico di epsilon Aurigae e la distribuzione ad anelli del gas che la circonda. Questa scoperta è ancora più impressionante poiché all’epoca non esistevano satelliti per studiare il cielo nella banda dell’ultravioletto.
Un eccellente comunicatore e attivista
Margherita Hack è morta a Trieste nel 2013, ed è ricordata ancora oggi non solo per lei studi sull’evoluzione stellare e il spettroscopiama anche per la sua instancabile attività divulgazione e per aver ispirato generazioni di ragazze e ragazzi allo studio di materie scientifiche.
Oltre ad aver pubblicato centinaia di opere di successo sia in Italia che all’estero e numerose libri popolari e testi universitari, ha fondato la rivista nel 1979 Astronomia e dal 2002 dirige la rivista di divulgazione scientifica Le stelle con l’astrofisico Corrado Lamberti.
Nel 1994 le è stata assegnata la targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica, e l’anno successivo vinse insieme al giornalista Giovanni Caprara il premio internazionale Sipario Ulisse per la divulgazione scientifica grazie al libro Il nuovo sistema solare.
I genitori di Margherita hanno scelto di aderire al Società Teosofica, un’organizzazione apolitica e non religiosa che ha un profondo rispetto per tutti gli esseri viventi. Questa visione, unita al suo grande amore per gli animali, l’ha portata alla vita fin da piccola vegetarismo. Ha lottato fino alla fine per la diritti degli animali: infatti spicca tra i suoi ultimi libri Perché sono vegetarianoin cui spiega il motivo della sua scelta etica.
Hack, che si è sempre dichiarata la portaha difeso il laicità dello Statosperando nel divisione totale tra fede e scienza.
Una statua e un asteroide in onore di Margherita Hack
Nel giugno 2022 le è stato dedicato uno statua di bronzo alta quasi tre metri nei giardini antistanti l’Università Statale di Milano per festeggiare i 100 anni dalla sua nascita. L’opera, realizzata dall’artista bolognese Sissi, si intitola Aspetto fisico, ed è la prima in Italia ad essere dedicata ad una donna di scienza su suolo pubblico. La statua rappresenta la scienziata intenta a guardare verso il cielo, con le mani dorate avvolte attorno ad un telescopio invisibile. La base, irregolare e vorticosa, è del tutto singolare: l’artista infatti ha deciso di rappresentare Hack come se fosse stata creata da una delle galassie da lui tanto amate.
Sempre nello stesso anno le fu dedicata una asteroide (scoperto nell’agosto 1995), chiamato 8558 Hack. È bello pensare che la grande scienziata ci osserva da lassù, tra le sue amate stelle.
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