Bruxelles – Fare presto, fare bene, ma soprattutto fare. Occorre rimettere in ordine le finanze pubbliche, senza indugio, anzi “rapidamente nel corso di quest’anno” e “varando una politica più restrittiva” nel 2025. L’orientamento generale sulle politiche di bilancio arriva dall’Eurogruppo, che è un impegno di non poco conto per l’Italia, seconda solo alla Grecia in termini di debito pubblico: rapporto debito/PIL previsto al 140,6% per quest’anno, al 140,9% nel 2025. È necessaria una traiettoria di riduzione e ripresa, e serve immediatamente. Entro il 20 settembre il governo dovrà produrre e depositare a Bruxelles il piano nazionale di riduzione del debitoe non sono previsti sconti.
Guarda il riforma del patto di stabilità e delle sue nuove regole, e ancor più il momento in cui entrerà in vigore. Là Dichiarazione congiunta dell’Eurogruppo avverte: “Sulla base dei dati più recenti disponibili, i requisiti del quadro rivisto di governance economica si tradurrebbe in una posizione fiscale complessiva leggermente contratta nell’area dell’euro nel 2025“.
Meno spesa quindi, e più attenzione agli squilibri. Fatta salva, però, la salvaguardia delle priorità dell’agenda politica delle dodici stelle. Da un lato gli Stati dovranno “perseguire riforme strutturali ambiziose” mentre a livello europeo siamo pronti “a preservare e, ove opportuno, aumentare il livello di investimenti, anche in settori di priorità comune, come le transizioni verde e digitale, nonché le capacità di difesa, finanziate attraverso fonti nazionali e dell’UE, compreso il dispositivo per la ripresa e la resilienza”.
A nome del governo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, firma l’impegno a “migliorare l’efficacia, la qualità e la composizione della spesa pubblica“. Vuol dire spendere meno, e meglio. Ma si impegna anche a rispettare il calendario, che non permetterà mai alla politica, italiana e non, di andare mai veramente in vacanza.
“Ci avviamo verso un’estate interessante per il coordinamento della politica fiscale”, la premessa dell’ Paolo Gentiloni, Commissario Ue per l’Economia. “Dato che stiamo introducendo, ovviamente dopo il voto parlamentare che ci aspettiamo il mese prossimo, questo nuovo quadro di regole in tempi molto brevi”. Tempi stretti che rappresentano “ovviamente una sfida”, alla quale però non si può sottrarsi: “Lavoreremo intensamente durante l’estate su piani a medio termine con gli Stati membri, dando loro la scadenza del 20 settembre per presentare tali piani“.
Firmare la dichiarazione di fine sessione implica anche qualcos’altro: un impegno chiaro, con i risultati da raggiungere. “I paesi ad alto debito dovranno compiere ulteriori sforzi per ridurre il debito e costruire riserve di liquidità contro possibili shock”, sottolinea il direttore esecutivo della Sì, Pierre Gramegna. Quello si attende ancora la ratifica del trattato che riforma il Meccanismo Europeo di Stabilità. “Continuiamo a dialogare con l’Italia per vedere come trovare una soluzione”.