Dal Forum Sanità di Milano operatori e politici tornano a discutere di salute diffusa
28 gennaio 2024
CONSULTA ECONOMIA di FI – Forum Sanità Milano
Regalati localmente e a casa, le ricette di Forza Italia per la salute
Dal Forum Sanità di Milano operatori e politici tornano a discutere di salute diffusa
Salute come diritto e freno alla spesa pubblica ma anche idee per spostare le cure sul territorio e a domicilio, sensibilizzare i cittadini alla prevenzione e incentivare economicamente nuovi medici: sono questi i temi al centro dell’affollato forum Sanità, organizzato da Forza Italia Consulta al Circolo Filologico di Milano il 15 febbraio e alla quale ha partecipato Assoedilizia. Il coordinatore della Consulta ha aperto i lavori con un quadro introduttivo piuttosto cupo Letizia Moratti: “Abbiamo criticità comuni a tutte le società avanzate, dal personale alla necessità di investimenti in farmaci e tecnologie fino all’invecchiamento delle tecnologie – ha detto Letizia Moratti -. La nostra spesa sanitaria è inferiore alla media OCSE, abbiamo meno personale sanitario e una bassa integrazione tra medicina comunitaria e medicina ospedaliera. L’assistenza domiciliare integrata, cioè a domicilio, è uno degli impegni più importanti. Ma le riforme non si fanno a costo zero, per questo è fondamentale il collegamento con il mondo del terzo settore e del volontariato, che sono complementari al servizio pubblico.”
Il successivo intervento è stato affidato a Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: “Perché questo sia un diritto bisogna partire dagli investimenti: ci sono Paesi europei dove è legato al Pil e non alla sensibilità. L’assenza della medicina locale, quella che permette di curarsi a casa, è la carenza più grande. Il rischio è andare in ospedale o quando è troppo tardi o quando è inutile, il 70% delle visite al pronto soccorso sono improprie ma non è colpa del cittadino se non ha un medico che gli spiega come comportarsi.” A Torino non si progettava un nuovo ospedale da 70 anni. “Ed è stato solo il Covid a risvegliare la coscienza politica – ha spiegato Cirio -. Non c’è Paese al mondo dove per accedervi bisogna dimostrare di sapere le cose che devono sapere”. insegnali, e devi avere 5mila euro per pagare il corso che ti prepara al test d’ingresso.” Dobbiamo valorizzare economicamente chi lavora come anestesista o al pronto soccorso o si reca negli ospedali remoti di montagna, e potremo farlo con autonomia differenziata”.
Il Ministro dell’Università e della Ricerca Annamaria Berniniin collegamento da Roma, ha sottolineato la necessità di cambiare la formazione universitaria dei medici, coniugando il momento del tirocinio con il momento della scelta professionale e modificando il test di ingresso «Che ora si baserà su domande tutte contenute in una banca dati pubblica – ha assicurato Annamaria Bernini – Stiamo lavorando sulla formazione di medici e infermieri e si può aprire il numero chiuso senza limitare la qualità, e riporteremo indietro i ricercatori!”.
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso ha illustrato numeri e dati della sanità regionale: “Vogliamo organizzare un sistema a rete. Dopo 15 anni abbiamo il Piano socio-sanitario regionale quinquennale e abbiamo elaborato 504 azioni differenziate per risolvere i problemi fondamentali. L’invecchiamento della popolazione va affrontato lavorando sulla prevenzione, con azioni anche impopolari come la prescrizione e la tessera sanitaria a punti: più corretto sarà lo stile di vita, più la Regione sarà presente nelle cure necessarie. Altrimenti i costi diventeranno presto insostenibili.”
Domenico Mantoano, direttore dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha delineato lo scenario nazionale: “Sono 10 anni che veniamo dove la politica impone una cura dimagrante e in questo periodo ci siamo concentrati sul miglioramento dell’efficienza ma anche il sistema si è impoverito. E dopo il Covid, oggi non siamo ancora riusciti a tornare ai livelli produttivi del 2013. In Francia ci sono letti doppi e tripli in Germania”. Mantoan ha poi ricordato la questione degli infermieri, soprattutto per la medicina locale: “I laureati in medicina superano quelli delle scienze infermieristiche e dobbiamo fare una riforma in cui gli infermieri abbiano più competenze, come prevede il comma 566 della legge 190/2014”.
Francesco Cognetti, presidente della Federazione dei Cardioematologici Oncologi, ha portato l’attenzione sulla spesa sanitaria, sottolineando spietatamente che “I tetti di spesa pensati in Italia sono stati decisi indipendentemente da quanto avveniva negli altri Paesi europei, e che con la spesa italiana è pari alla metà di quanto fatto in Francia e Germania. Il numero dei medici specialisti è esiguo e molti medici pensano di andare in pensione anticipatamente o di passare al sistema privato e una delle cause di questa situazione è stato il numero limitato”. Gli stili di vita sono responsabili del 40% dei tumori, spiega Cognetti, «E siamo molto carenti nell’informazione, come nell’adesione alla prevenzione attraverso lo screening oncologico, con l’Ue che ci chiede il 90% di adesione entro il 2025 e siamo a meno di un terzo di distanza. “
Anche le considerazioni non sono molto ottimistiche Sergio Abrignani, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, che ha chiarito come il settore della medicina di ricerca sia stato molto trascurato, a fronte di una produzione notevole di farmaci ma non ad alta tecnologia. “Anche il numero dei brevetti è molto inferiore a quello di Francia e Germania e i laureati in chimica e fisica stanno scomparendo” evidenzia preoccupato Abrignani. E ha suggerito che “I consigli di facoltà hanno bisogno di un rappresentante delle imprese grandi e piccole, seguendo una strategia che riunisca tutte le parti interessate”.
La parola è passata all’industria farmaceutica con il presidente di Farmindustria Marcello Cattani: “La strategia che penalizza l’industria farmaceutica nasce da un’ideologia verde punitiva. Ma l’industria farmaceutica è uno dei cuori pulsanti dell’industria italiana. Eppure ci sono Paesi che hanno capito che la salute, come la sicurezza, è un investimento e non un costo per lo sviluppo”.
“Il diritto alla salute del cittadino è il primo punto all’attenzione di ognuno di noi, dal neonato all’anziano – ha detto il ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia Antonio Tajani – Qui non si tratta di impedire ai privati di fare chissà quali affari ma di tutelare la salute, dobbiamo tutelare le finanze pubbliche ma prima di tutto la salute dei cittadini. Perseguiamo la medicina di comunità perché l’affollamento dei pronto soccorso rischia di danneggiare solo chi ne ha realmente bisogno. Non possiamo avere una visione di 150 anni per gli infermieri, che possono fare molte cose che i medici non possono fare. All’estero al Parlamento europeo è stata l’infermiera a intervenire per una serie di analisi e controlli. Altrimenti non ha senso fargli laureare in infermieristica”. Anche la salute mentale va tutelata, spiega Tajani: “Sia a scuola che all’università deve esserci la presenza di uno psicologo, a partire dalla scuola elementare. In questo modo si affronta subito inconvenienti che possono avere gravi conseguenze.” E ha ribadito l’importanza dell’educazione alimentare e dell’attività fisica, non solo a livello agonistico ma come abitudine da portare avanti anche in età avanzata. “Una sentenza può arrivare un mese dopo, una TAC no. Questo è il messaggio che dobbiamo lanciare politicamente” ha concluso Tajani. “E come vogliamo curare le dipendenze? Con il medico se hai una patologia ma devi recuperare la dignità di persona con un trattamento mentale, la salute va recuperata a livello 360°”.
“La visione da sola non è garanzia di successo, occorre il rigore del metodo – ha affermato Giovanni Corraodocente di Statistica medica all’Università degli Studi di Milano Bicocca -, costruendo servizi attorno al cittadino, e non il contrario come è avvenuto negli ultimi dieci anni”.
Al centro dell’intervento è stato il sostegno sinergico tra pubblico e privato Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas: “E’ ora di capire il rapporto tra pubblico e privato, visto che la politica parla molto di fini ma poco di mezzi”. I fondi sono aumentati di 12 miliardi e i benefici sono diminuiti del 10%. Come è stato possibile? Dobbiamo avere ben chiaro che le sfide sono due: l’invecchiamento e l’innovazione. Il Ministero dell’Economia ha inserito tetti di spesa ovunque, congelando il sistema e quindi le reazioni del Ministero della Sanità ai problemi non sono state dinamiche. Lo Stato, incapace di governare il rapporto con il privato, preferisce fare le cose per conto suo, male. Questa è la cultura dominante. Anche per fare una buona medicina locale è necessario creare un meccanismo di convergenza tra pubblico e privato, che è un “diversamente pubblico”, mentre si pensa che in questo modo si fanno regali ai privati”. Marco CentenariL’amministratore delegato del San Raffaele, ha voluto ricordare che è possibile creare valore anche attraverso il “turismo della salute” come fanno molti altri Paesi.
Sono poi seguiti gli interventi di operatori e professioni tecniche, che hanno portato il contributo dell’esperienza diretta: Andrea Mandelli (presidente della Federazione dei Farmacisti Italiani), Massimo Clerici (direttore della scuola di specializzazione in psichiatria dell’Università degli Studi di Milano Bicocca), Laura Parolino (presidente dell’Ordine Lombardo degli Psicologi), Mario Del Vecchio (docente di management sanitario alla Bocconi di Milano), Daniela Bianco (partner e responsabile dell’area gestione sanitaria di The European House Ambrosetti), Francesco Longo (Professore associato del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi), Barbara Mangiacavalli (presidente della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche), sorella Emilia Bruna Scarcella (ispettore nazionale del corpo infermieri volontari della CRI) e Monsignore Vincenzo Paglia (presidente della Pontificia Accademia per la Vita).
FOTO DI COPERTINA: Letizia Moratti con Achille Colombo Clerici pres. di Assocostruzioni
Renato Brunetta, Sergio Abrignani Antonio Tajani, Fabrizio Testa Anna Maria Bernini, Cristina Scocchia, Cenere Fontana, Licia Ronzulli, Alberto Mingardi, Andrea Giuricin, Guido Bortoni, Stefano Parisi , Antonio Patuelli , Ettore Prandini , Marco Tronchetti Provera , Emma Marcegaglia, FOTO