Attraverso il sostegno militare e finanziario fornito a Kiev, insieme alle misure di sganciamento dalla dipendenza energetica da Mosca, il governo Meloni ha contribuito anche a tutelare gli interessi nazionali dell’Italia. Il discorso di Nona Mikhelidze è apparso nel Rapporto sulla politica estera italiana 2023 dell’Istituto per gli Affari Internazionali
Nell’attuale panorama geopolitico, l’Italia è coinvolta in una complessa dinamica globale, insieme al resto del mondo occidentale. Il futuro della guerra della Russia contro l’Ucraina e il destino di Kiev sono inevitabilmente intrecciati con la sicurezza europea. Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il vertice del gruppo di Arraiolos a Porto il 6 ottobre 2023, sottolineano la pericolosa deriva aggressiva della Russia – una minaccia che potrebbe estendersi ad altri Stati confinanti con il vasto territorio russo. Mattarella ha chiaramente avvertito: “Se l’Ucraina cadesse, assisteremmo ad una deriva di aggressione contro gli altri Paesi confinanti con la Russia e questo – come accadde nel secolo scorso tra il ’38 e il ’39 – porterebbe ad un conflitto generale e devastante”.
Sull’esempio del Presidente Mattarella, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato che sostenere l’Ucraina rappresenta non solo un atto di giustizia, ma anche il modo più efficace per tutelare gli interessi nazionali italiani. La condanna dell’aggressione russa, ritenuta ingiustificata e immotivata, è stata formulata con estrema fermezza, in termini di evidente violazione del diritto internazionale e dei principi umanitari.
Nel corso del 2023 il sostegno del governo italiano a Kiev si è concretizzato attraverso una serie di iniziative in continuità con la posizione assunta dall’Italia fin dall’inizio del conflitto. Il governo ha sostenuto senza riserve una pace giusta sotto la piena proprietà di Kiev, sostenendo apertamente la formula di pace del presidente Zelenskyj. Il Primo Ministro Meloni ha dichiarato che l’impegno dell’Italia si estende anche alla definizione delle future garanzie di sicurezza per l’Ucraina, al sostegno al processo di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla sfida della ricostruzione. «Cioè guardiamo non solo al presente, ma a un futuro di pace e benessere, a un futuro europeo, per l’Ucraina», aveva detto la Meloni a fine ottobre.
Nonostante il forte sostegno politico, il peso effettivo dell’assistenza militare, economica e umanitaria fornita dall’Italia a Kiev è stato più limitato di quanto l’insistenza del dibattito pubblico al riguardo possa far immaginare. Sulla base dei dati di Tracker del supporto per l’Ucraina a cura dell’Università di Kiel, il contributo dell’Italia dal 24 gennaio 2022 al 31 ottobre 2023 appare piuttosto modesto rispetto ad altri Stati partner, compresi i membri dell’UE e alcuni paesi extraeuropei.
La quota degli aiuti dell’UE (compresi lo strumento di assistenza macrofinanziaria, il Fondo europeo per la pace e la Banca europea per gli investimenti) impegnata dall’Italia ammonta a 10,53 miliardi di euro, mentre l’assistenza bilaterale totale dell’Italia all’Ucraina è limitata a 1,32 miliardi di euro (una cifra equivalente a 0,066 % del Pil nazionale). Tra gli aiuti bilaterali, gli impegni umanitari sono pari a 0,22 miliardi di euro (corrispondenti allo 0,011% del PIL), gli impegni finanziari sono pari a 0,41 miliardi di euro (0,021% del PIL), mentre gli impegni militari sono 0,69 miliardi di euro, rappresentando solo lo 0,035% del PIL.
Tra gli aiuti militari di particolare rilievo si segnalano la partecipazione dell’Italia all’approvvigionamento del sistema di difesa aerea Samp/T e dei missili Aster-30 in collaborazione con la Francia a partire da gennaio, nonché la decisione del governo di approvare il decreto legge per la proroga di un anno del la spedizione di armi, veicoli e rifornimenti all’Ucraina a metà dicembre. “Ancora una volta, quindi, l’Italia sceglie di schierarsi dalla parte della libertà delle Nazioni e del rispetto del diritto internazionale, con l’obiettivo di arrivare, in linea con la posizione assunta dagli alleati Nato e Ue, ad un accordo giusto e duraturo”. ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosettosottolineando che “sul sostegno all’Ucraina non vi è alcun problema politico all’interno della maggioranza di governo”.
Nonostante alcune isolate dichiarazioni dello stesso Crosetto circa la necessità di costruire una “negoziazione politica” attraverso la mediazione delle Nazioni Unite, la posizione del governo italiano è rimasta ferma e costante durante tutto l’anno. Oltre agli aiuti militari, nel 2023 l’Italia è rimasta ferma nell’impegno a esercitare pressioni sulla Russia a livello multilaterale, aderendo al dodicesimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca. Le misure adottate dal governo italiano mirano a incidere direttamente sul risorsa russi, con il congelamento dei fondi e dei beni appartenenti agli oligarchi. Come affermato dal Presidente Meloni, il governo italiano vede le sanzioni come un mezzo efficace per indebolire lo sforzo bellico russo e accelerare la fine della guerra.
Inoltre, l’Italia si è unita ad oltre 40 partner per denunciare la situazione in Ucraina alla Procura della Corte Penale Internazionale, al fine di accelerare le indagini su presunti crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidio commessi in Ucraina. In risposta alla richiesta del Pubblico Ministero Karim KhanL’Italia ha stanziato un contributo volontario di mezzo milione di euro al Fondo fiduciario della Procura e si è dichiarata pronta a fornire esperti a supporto delle indagini della Corte.
La strategia italiana per ridurre la dipendenza dal gas russo, attuata prima dal governo Draghi e poi dal governo Meloni, ha rappresentato un altro fronte chiave dell’azione nazionale. Nel 2023 l’Italia ha ulteriormente ridotto l’acquisto di gas dalla Russia, senza però interromperlo del tutto. Nei primi dieci mesi dell’anno il gas russo ha rappresentato il 4,5% delle importazioni di gas del nostro Paese. La riduzione è molto significativa se si considera che nei primi dieci mesi del 2021 il 40 per cento del gas proveniva dalla Russia. Nel frattempo, lo stoccaggio è pieno e il consumo è diminuito.
Complessivamente, nel corso del 2023, Giorgia Meloni ha confermato il posizionamento del governo sulla linea “atlantista” di ferma condanna dell’aggressione russa e di piena solidarietà all’Ucraina attaccata, garantendo così legittimità internazionale e fugando ogni dubbio su un possibile disallineamento con l’alleato statunitense, nonostante la fatto che gli elettori del partito del primo ministro – Fratelli d’Italia – sono, secondo alcuni sondaggi d’opinione, tra i più freddi nel sostenere le sanzioni alla Russia e l’invio di aiuti militari all’Ucraina.